Arriva dall’Italia, in particolare dall’azienda Salvadori, insediata in Polo Meccatronica a Rovereto (Trento), il primo robot progettato per aiutare la gestione dei mega pneumatici giunti a usura utilizzati dai camion da miniera.
Rifiuti speciali per dimensioni
Questi rifiuti, si legge in nota, arrivano a misurare anche 4 mt di diametro e 1,8 di larghezza, per circa 5,7 ton di peso. La dimensione non indifferente spiega perché, spesso, le gomme usate vengano abbandonate in discariche a cielo aperto e non avviate a un processo di riciclo, per il quale il trasporto risulta troppo complicato. L’impatto ambientale derivante da queste situazioni è, anche a livello visivo, facilmente immaginabile.
MT-REX, il nome del dispositivo ideato dall’azienda, la quale inizialmente si occupava di ricostruzione di pneumatici e in seguito ha iniziato a produrre macchinari per il riciclo degli stessi, sarà in grado di rendere più facile il trasporto delle gomme verso gli impianti deputati al trattamento. Un macchinario enorme, programmabile e in grado di funzionare in maniera autonoma, che aggancia i copertoni e li taglia in pezzi più piccoli rendendo, oltre che fisicamente fattibile, anche più redditizio il trasporto.
L’iter per il riciclo
“La gomma trasportata da un muletto – spiega Samuel Salvadori, co-fondatore della società e inventore di MT-REX – viene deposta in una specie di culla meccanica che la aggancia e le permette di stare in piedi, dopodiché viene inforcata da un mandrino che la orienta in posizione orizzontale su un perno che la fa girare. A questo punto delle grandi cesoie iniziano a tagliarla in un numero di spicchi che può essere programmato a seconda della grandezza del pneumatico e delle esigenze del cliente, spicchi destinati su un nastro trasportatore che li farà arrivare sul camion diretto verso gli impianti di riciclo”.
Il problema delle miniere, ha aggiunto il Direttore vendite dell’azienda, Juri Salvadori, “non era mai stato affrontato in maniera definitiva. Prima dell’avvento di MT-REX si è tentato di tagliarli con metodi improvvisati, come l’utilizzo di enormi cesoie da demolizione, che però oltre che inefficaci e lenti sono anche poco sicuri, dato che uno spicchio di gomma tagliato può pesare diverse centinaia di chili e ferire anche gravemente gli operai impegnati nella lavorazione”.
Una volta ridotti in volume i mega copertoni, la seconda fase del riciclo consisterà nella triturazione degli spicchi, che consentirà di ottenere separatamente i tre materiali che li compongono, ovvero acciaio, destinato alle fonderie, materiale tessile, in parte recuperabile, e granulo di gomma, che può essere anche colorato.
Tanti modi per riutilizzare i pneumatici
Quest’ultimo può essere utilizzato per creare prodotti di recupero, come pavimentazioni morbide per parchi giochi, sedute o fioriere e anche isolanti acustici e materiali per l’edilizia. E ancora, altre applicazioni potrebbero aver luogo nelle pavimentazioni delle stalle, che sarebbero così più comode per gli animali e facili da lavare, campi sportivi in erba sintetica e anche le guaine antirumore usate nei binari del tram. Infine, un’idea dalla Nuova Caledonia suggerisce un riuso per spugne sagomate e gommate da mettere nelle grondaie per evitare che le zanzare portatrici della febbre dengue depongano le uova.
La nuova tecnologia è dunque importante sia sotto il profilo ambientale, con lo smantellamento delle discariche, sia economicamente, perché il robot consente di recuperare parte del materiale. Il costo di uno pneumatico ‘da miniera’ oscilla tra i 30 e i 60 mila euro, fino a raggiungere in alcuni casi i 120 mila euro e il cambio gomme completo, che avviene solitamente una volta ogni 10-12 mesi, può costare fino a 720 mila euro.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.