Rifiuti tessili, Unirau: “Rischio non poter dare continuità al servizio”

Il report dell’associazione delle realtà che svolgono le attività di raccolta

Gli effetti dell’aumento dei rifiuti tessili, la scarsa qualità del fast fashion e la concorrenza sui mercati globali del second hand “ha fatto crollare il valore di quanto raccolto”. Ne deriva che “le imprese della selezione, per mantenere la loro competitività, sono costrette ad acquistare raccolte provenienti da altri Paesi europei di maggiore qualità e a quotazioni decisamente più basse. È questo il commento ai contenuti del report presentato il 3 aprile da Unirau e Ariu, insieme a Retessile, e consegnato ad Anci ed Utilitalia.

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Foto di Francois Le Nguyen su Unsplash.

Il documento presenta “la situazione critica vissuta dalla filiera dei rifiuti tessili urbani” e dettaglia i costi di raccolta che variano tra i 306 ed i 366 euro a tonnellata, a seconda di diversi fattori di costo presi in esame.

Unirau: “Rischio di non poter dare continuità al servizio”

Per anni, riferisce Unirau, “i costi della raccolta effettuata da soggetti dell’economia sociale, si auto sostenevano con il valore ricavato dalla vendita alle aziende della selezione di quanto raccolto”. Il report apre una finestra sulla situazione attuale, secondo cui le realtà operanti nel comparto sono oggi costrette a cedere le raccolte a quotazioni inferiori. Questo può provocare il rischio di “non poter dare continuità al servizio.

Il comparto chiede dunque una svolta. “Se non sarà possibile concordare con le stazioni appaltanti le misure temporanee di sostegno illustrate, le raccolte rischiano di fermarsi”, avvisa l’associazione delle aziende e delle cooperative che svolgono le attività di raccolta, selezione e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani.

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Raccolta rifiuti tessili: possibili soluzioni per il comparto

Il documento prende in esame alcune possibili soluzioni:

  • prezzi agevolati per smaltire gli scarti della raccolta e della selezione;
  • impegno ad evitare iniziative per aumentare i quantitativi raccolti;
  • sospensione del pagamento di eventuali royaties dovute a seguito di gare pregresse per la raccolta;
  • passaggio da gare ad evidenza pubblica al massimo rialzo a quelle al massimo ribasso.

Con il paventato rischio di un fermo alla raccolta, i Comuni sono saranno più in grado di adempiere al loro obbligo, “aumentando i quantitativi di rifiuti indifferenziati ed i conseguenti costi ambientali ed economici di smaltimento”. Ciò priverebbe i cittadini di un servizio essenziale, “rischiando di lasciare spazi a soggetti che, operando sottocosto, sono costretti a pratiche commerciali, di gestione del personale ed ambientali fuori dalla legalità” conclude la nota stampa.

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