Dall’1 gennaio la raccolta differenziata dei rifiuti tessili in Europa è diventata obbligatoria in tutti i Paesi membri. L’Italia registra però dati poco incoraggianti: appena 2,7 kg di tessuti raccolti all’anno per abitante, a fronte di un venduto annuo di 23kg/abitante. A confermare la performance negativa, sono addirittura 2 italiani su 3 che non conoscono il concetto di moda circolare anche se il 74% ha dichiarato di essere interessato alla moda sostenibile.
È quanto emerge dai dati Ipsos presentati il 22 gennaio in occasione del webinar Dal Greenwashing ai Green Claims, con un focus su regole e strumenti per una comunicazione trasparente nel settore della moda, organizzato da Erion Textiles, il consorzio dedicato alle aziende del settore tessile.
Rifiuti tessili, aziende moda e spettro greenwashing
C’è ancora molto da fare per conseguire le grandi opportunità che il settore tessile può offrire, “stando però attenti a non cadere nelle pratiche di greenwashing”, si legge a commento nella nota stampa. Infatti, questo fenomeno viene percepito dal 54% degli italiani come pratica diffusa nelle aziende. Inoltre, 1 italiano su 3 ritiene che le aziende virtuose in Italia siano meno del 30%. Non solo, il 15% dichiara di aver boicottato un’azienda perché sospettata di greenwashing. Se osserviamo i dati con riferimento ai giovani tra i 18 e 24 anni la percentuale sale al 33%.
Secondo l’indagine, il 22% degli italiani ritiene inoltre che “molte iniziative dei brand siano finalizzate al profitto piuttosto che a un vero e proprio cambiamento sostenibile”. Mentre il 20% crede che queste attività siano mirate principalmente a conquistare un target giovane.
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Donne più sensibili a moda sostenibile e second hand
Oltre all’item testato sui rifiuti tessili, tra gli italiani che dichiarano il loro interesse verso la moda sostenibile, l’81% è rappresentato dalle donne, sempre più consapevoli e sensibili verso quelli che sono i temi ambientali e principali promotrici del cambiamento verso una moda più circolare. È da questo target che emerge l’interesse verso prodotti second hand e sostenibili, oltre ad una particolare attenzione alle pratiche di produzione e ai processi trasparenti.
Infine, proprio il tema del greenwashing è sempre più sotto la lente dell’Agcm, rappresentando una sfida cruciale per l’intera filiera tessile. Lo ricorda Marta Macchi, communications, marketing & sales manager di Erion, ricordando che “è importante ispirare fiducia attraverso azioni tangibili, anche piccole, in grado di dimostrare un primo impegno per l’ambiente che ci circonda”.
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