La produzione di rifiuti speciali in Italia cresce ma – questa è la vera buona notizia – cresce anche la quota di materiale recuperato. Nel 2018 la produzione è aumentata del 3,3% per un totale che supera le 143 milioni di tonnellate. La materia recuperata aumenta di oltre il 4% per un totale di 103,3 mln/ton, il 67,7% del totale.
Rifiuti speciali recuperati
Il 19° Rapporto rifiuti speciali dell’Ispra, realizzato in collaborazione con Snpa e presentato oggi, mostra che il 59,2% dei rifiuti speciali è prodotto nel nord Italia ma che sempre nel Nord Italia viene recuperato il 53% dei rifiuti gestiti a livello nazionale. Il 42,5% del campione, oltre 60 milioni di tonnellate, proviene dal settore delle costruzioni e delle demolizioni ed è questa tipologia ad essere maggiormente recuperata con 49,1 mln/ton su 58,6 mln/ton di sostanze inorganiche recuperate. Le operazioni di recupero dei metalli e dei composti metallici e di recupero di sostanze organiche ammontano, rispettivamente, al 13,8% e al 7,4% del totale gestito.
Gli impianti destinati al recupero sono 4.425, il 41% del totale. Le regioni più “riciclone” sono: Friuli Venezia Giulia (78,5%), Trentino Alto Adige (77,8%) e Campania (75,8%). Capitolo a parte per la Lombardia che recupera il 74,5% del totale dei rifiuti gestiti nelle singole regioni.
Rifiuti speciali non pericolosi
Oltre il già citato settore delle costruzioni, il 26,5% dei rifiuti arriva dalle bonifiche e quasi il 20% dalle attività manifatturiere. Si tratta per il 93% del campione di rifiuti non pericolosi, anche se quelli pericolosi crescono del 3,9%.
Analizzando nel dettaglio la percentuale dei primi, la maggior parte (37,1%) arriva dal manifatturiero. In particolare: comparti metallurgici, fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici, fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e fabbricazione di prodotti in metalli.
Per i secondi, il 33,7% è attribuibile alle attività di trattamento rifiuti e di risanamento. Infine, per il 19,8% dal settore dei servizi, del commercio e dei trasporti.
Distribuzione geografica
L’indagine Ispra-Snpa ha analizzato oltre 60 indicatori proposti a livello nazionale, di macro-area geografica e regionale. È la Lombardia la Regione che produce più rifiuti speciali nel nord Italia: il 38% pari a 32,3 mln/ton. Seguono il Veneto con 15,9 mln/ton e l’Emilia-Romagna con 14,5 mln/ton. Al Centro primeggiano Toscana (38,9%) e Lazio (35,8%). Al Sud la Puglia (26,5%), la Campania (21,7%) e la Sicilia (21,6%).
Infrastruttura
I rifiuti speciali sono stati inviati nel 2018 a 10.813 impianti di gestione. 6.232 sono al Nord – 2.138 solo in Lombardia -, 1.880 al Centro e 2.701 al Sud.
La crescita ha riguardato non solo il recupero, ma anche lo smaltimento che rappresenta il 19,3% (+4,5%).
Riguardo le altre forme di gestione, il 10,9% viene stoccato e lo 0,8% incenerito.
Interessante notare che circa 2 mln/ton, pari all’1,3%, viene co-incenerito in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali. Anche qui c’è un lieve incremento pari a 29 mila tonnellate rispetto al 2017 (+1,4%). Sono i settori della produzione di energia elettrica, della fabbricazione di prodotti in legno, della raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e della produzione di cemento a utilizzare questa percentuale di rifiuti.
Infine, diminuisce lo smaltimento in discarica dell’1,2% rispetto al 2017. In totale riguarda 11,9 mln/ton di rifiuti per il 55,8% nel nord Italia.
Import/Export
Nel 2018 3,5 mln/ton sono state esportate, per la maggior parte in Germania. Si tratta soprattutto di rifiuti pericolosi derivanti dalle attività di costruzione e demolizione e dal trattamento dei rifiuti stessi.
All’opposto, sono state importate 7,3 mln/ton per lo più da Germania, Svizzera, Francia e Austria. Si tratta soprattutto di rifiuti non pericolosi e metallici destinati a essere recuperati in Friuli Venezia Giulia e Lombardia.
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