7,25 milioni di tonnellate: è la quantità di rifiuti organici che sono stati raccolti in Italia nel 2022, tenendo conto della frazione umida (5,46 milioni di tonnellate) e di quella verde (1,79 milioni di tonnellate).
Considerando anche i fanghi civili e agroindustriali, la cifra sale a 8,35 milioni di tonnellate, affidate a 357 impianti di trattamento biologico, dalle quali è stato possibile ottenere circa 1,9 milioni di tonnellate di compost e 409 milioni di metri cubi di biogas, impiegato nella produzione di biometano, energia elettrica e termica.
La raccolta differenziata supera il 65%
A renderlo noto è il centro studi del Consorzio italiano compostatori (CIC), in una nota rilasciata l’11 aprile. “Nel 2022 si è assistito a un calo nella produzione nazionale di rifiuti urbani, ma c’è stato un incremento della percentuale di raccolta differenziata, che ha superato il 65 per cento”, spiega Lella Miccolis, presidente del CIC.
“Il biowaste, inoltre, si conferma un settore fondamentale per l’economia del Paese e nella lotta alla crisi climatica, con i rifiuti organici (umido e verde) che rappresentano oltre il 38 per cento dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato”.
I dati relativi alla frazione umida
Con una raccolta differenziata pari a circa 5,5 milioni di tonnellate, la frazione umida si allinea sostanzialmente al dato del 2021. Sebbene i cittadini coinvolti siano in aumento, sono quasi cinque milioni quelli residenti in Comuni con ampi margini di miglioramento. E sono ancora 675 le amministrazioni comunali che non hanno ancora attivato servizi di raccolta differenziata della frazione umida.
“È urgente ribadire quanto sia importante non solo la quantità, ma anche la qualità del rifiuto organico raccolto in modo differenziato, che sta diminuendo anche a causa dell’utilizzo ancora elevato di sacchetti non compostabili nonostante il divieto: solo un ingrediente di elevata qualità (per esempio un umido con poche impurità fisiche) può garantire un sistema efficiente, sostenibile e in grado di generare prodotti di qualità”, sottolinea Massimo Centemero, direttore del CIC.
Il rischio di una sovracapacità impiantistica
Si riscontra, invece, una flessione significativa nella raccolta differenziata della frazione verde, pari a 139mila tonnellate in meno rispetto all’anno precedente. Oltre il 90 per cento del calo è imputabile alla macroarea del nord Italia. Le cause, avverte il CIC, sono da ricercarsi sia nel disallineamento fra la normativa nazionale e le politiche europee, sia nella mancanza di indicazioni precise da parte di alcuni enti locali.
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Il Consorzio sottolinea, infine, l’esistenza di un rischio concreto di sovracapacità impiantistica su base nazionale e macroregionale: occorre dunque direzionare correttamente gli investimenti nel settore e lavorare a una migliore pianificazione territoriale, per trovare un equilibrio sostenibile tra rifiuto prodotto e impiantistica dedicata.
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