rifiuti

Nel 2020, nonostante la pandemia, i flussi delle raccolte differenziate hanno raggiunto gli obiettivi prefissati con alcune filiere del riciclo, raggiungendoli addirittura in anticipo. Altre filiere invece, penalizzate dalle restrizioni per la pandemia e dal calo della domanda, si sono riprese nella seconda metà del 2020.

Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla presentazione dello studio annuale “L’Italia del riciclo”, il rapporto promosso e realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircular (l’Unione imprese economia circolare), tenutasi stamane a Roma.

Nel 2020 crescono le filiere del riciclo

Il rapporto sottolinea una crescita costante delle quantità di rifiuti riciclati, che nel 2020 si è attatesta su circa 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (dato stabile rispetto al 2019).

Il tasso di riciclo è salito al 73% dell’immesso al consumo, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. I tassi di riciclo dei rifiuti d’imballaggio sono stati rispettivamente: carta (87%), vetro (79%), plastica (49%;), legno (62%), alluminio (69%), acciaio (80%).

Le filiere di Raee, veicoli fuori uso e pile non raggiungono gli obiettivi

Non hanno invece raggiunto gli obiettivi le filiere di Raee, veicoli fuori uso e pile, che nel 2020 con il 38,4% di raccolta dell’immesso al consumo si sono allontanati dall’obiettivo del 65% per il 2019. Stessa situazione per i veicoli fuori uso la cui percentuale di reimpiego e riciclo (85%) è rimasta distante dall’obiettivo del 95% previsto per il 2015. Pile e accumulatori portatili hanno un tasso di raccolta che si è arrestato al 43%, due punti sotto il target previsto per il 2016.

Per quanto riguarda gli oli minerali usati, questi riflettono la contrazione dei consumi che quindi ne ha ridotto i consumi, -11% rispetto al 2019, gli oli vegetali esausti raccolti e avviati a riciclo si sono ridotti del 12%. La percentuale di raccolta degli oli minerali è rimasta comunque al 46%, quasi il massimo raccoglibile, considerando anche il calo dell’immesso al consumo.

I trend in crescita

Le raccolte differenziate della frazione organica e dei rifiuti tessili sono cresciute rispettivamente del +7,5% e del +8%, così come la filiera degli inerti che nel 2019 ha superato con un anno di anticipo il tasso di recupero di materia del 70%, arrivando a quota 78%.
Gli pneumatici fuori uso vedono avviate a recupero di materia 82.400 tonnellate e a recupero energetico 119.000 tonnellate. In crescita anche il riciclo dei rifiuti da spazzamento stradale (451.000 tonnellate, circa 7,5 kg/abitante) e quello dei solventi che raggiunge quota 77% dell’immesso al consumo.

La riduzione degli sbocchi esteri

La pandemia ha avuto degli effetti anche sulla riduzione degli sbocchi esteri e nazionali a causa della crisi dei settori quali automotive ed edilizia, inoltre, il calo della domanda ha causato il crollo dei prezzi delle materie prime che quindi inevitabilmente ha interessato anche i prezzi dei materiali riciclati. Attualmente, la situazione si è ribaltata: i fornitori, tra cui la Cina, consci della difficoltà nel reperire materie prime, si sono accaparrati le scorte e vendendole in quantità ridotta, i prezzi dei materiali ovviamente crescono enormemente.

“Questi anni di pandemia ci stanno facendo toccare con mano quanto le nostre economie siano fragili e dipendenti dalla politica degli approvvigionamenti di altri Paesi”, evidenzia Paolo Barberi, presidente di Fise Unicircular, “Ecco quindi che il riciclo, oltre alla valenza che esso riveste per la transizione ecologica, assume ancor più un’importanza strategica per la resilienza del nostro sistema economico e sociale. Per questo motivo, occorre creare un mercato e una cultura che valorizzino adeguatamente, con opportuni strumenti, i materiali e i prodotti da riciclo, scoraggiando il ricorso all’utilizzo delle materie prime vergini”.

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile dichiara: ”Il sistema italiano del riciclo dei rifiuti, pilastro dell’economia circolare e importante anche per ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas serra, ha tenuto bene nel 2020, l’anno più duro della pandemia. Ora può giocare un ruolo importante nella ripresa del Paese“. “Deve però, continua Ronchi, attrezzarsi meglio per cogliere le nuove sfide ed evitare errori che potrebbero farlo arretrare. Per cogliere le nuove sfide il riciclo deve avere maggiori sbocchi per i materiali che produce in modo che le materie prime seconde siano preferite alle materie prime vergini e maggiormente richieste e impiegate”.


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