Rifiuti inerti: “Materie prime seconde ancora non trovano mercato”

Il Gruppo Seipa ha raggiunto un tasso di reimpiego superiore al 50%

Per ogni tonnellata di rifiuti inerti riciclati reimmessi sul mercato, vengono vendute tra le 260 e 380 tonnellate di inerti naturali estratti, con un il tasso di sostituzione dello 0,4%. Commentando il dato divulgato da Federbeton, il Gruppo Seipa evidenzia che “nell’edilizia le materie prime seconde ancora non trovano mercato”.

rifiuti inerti
Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash.

“Difficoltà di reintrodurre materiali riciclati nel mercato”

Ispra ha recentemente pubblicato il rapporto sui rifiuti speciali 2024 che contiene tutti i dati relativi alla produzione e alla gestione. I rifiuti inerti derivanti da costruzione e demolizione rappresentano oggi il 47,7% del totale dei rifiuti speciali prodotti in Italia, corrispondenti a circa 77,2 milioni di tonnellate. Lo smaltimento in discarica interessa circa 8,9 mt di rifiuti speciali (il 5% del totale gestito): il numero totale delle discariche operative è pari a 261, di cui 118 impianti per rifiuti inerti (45% del totale).

“Il problema principale risiede tuttavia nella difficoltà di reintrodurre i materiali riciclati nel mercato come vere materie prime seconde” sottolinea nella nota stampa il Gruppo operante nell’attività di fornitura di materiali e servizi per le attività di costruzione e demolizione.

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Rifiuti inerti e materie prime seconde: invertire la tendenza

L’esperienza del Gruppo Seipa dimostra che è possibile invertire questa tendenza: nel 2023, l’azienda ha infatti introdotto sul mercato volumi tre volte maggiori di materie prime seconde rispetto ai materiali vergine, arrivando ad un tasso di reimpiego superiore al 50% e stabilendo così un record per il settore.

Seguire questo esempio, sottolineano gli esperti del Gruppo, porterebbe a ridurre dal 15% al 30% il consumo di risorse naturali, contribuendo ad una maggiore sostenibilità ambientale: “Il riciclo e il riutilizzo dei materiali inerti sono non solo possibili, ma necessari per ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni e garantire una gestione sostenibile delle risorse nel lungo termine” conclude la nota stampa.

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