Rifiuti, il settore è protagonista hi-tech dell’economia circolare

I dati del Was Annual Report 2024 di Althesys

Le aziende della raccolta hanno gestito, nel 2023, ben 22 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, in linea con l’anno precedente (+0,1%). Nel settore operano numerose piccole-medie realtà e pochi grandi gruppi: il loro processo di consolidamento è proseguito, con il valore medio della produzione salito a 98 milioni di euro (dai 94,4 del 2022). Il 92% del valore della produzione, pari a 10,9 miliardi di euro, lo si deve ai 110 operatori della raccolta e trattamento che hanno servito più di 46 milioni di abitanti, equivalenti al 78% circa della popolazione. Lo rileva il Was Annual Report 2024, giunto all’undicesima edizione, presentato a Milano il 4 dicembre da Althesys che fa il punto sullo stato dell’arte della gestione rifiuti in Italia.

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Foto di Radowan Nakif Rehan su Unsplash.

L’analisi sottolinea che il comparto si è trasformato in un “protagonista hi-tech dell’economia circolare”, capace di offrire un contributo importante alla transizione ecologica. Si sviluppano nuove attività, nuovi prodotti, nuove tecnologie: le aziende hanno ampliato il proprio raggio di azione e imparato a trattare i rifiuti come materia prima per nuovi cicli di riutilizzo. Sono aumentati gli investimenti (1,1 miliardi, +8,6%), specie negli impianti, e stringono alleanze nella ricerca e sviluppo. La componente principale, che incide per il 55%, è data dalle risorse destinate agli impianti, pur in calo rispetto al 57% segnato nel 2022.

Forte spinta all’innovazione tecnologica con la digitalizzazione

L’innovazione tecnologica ha portato a nuove soluzioni per la raccolta, in termini di digitalizzazione, e per le fasi di trattamento e recupero (con tecnologie di riciclo), ottimizzando i processi e facilitando il recupero delle frazioni di materiali più complessi. Le opportunità che ne sono scaturite hanno attratto player da settori diversi, che hanno acquisito operatori del waste management e stretto accordi di collaborazione per condividere risorse e know-how con le aziende tradizionali del comparto.

Tra i principali cambiamenti rilevati dal report, viene evidenziata la convergenza tra il settore dei rifiuti urbani e quello dei rifiuti speciali. Le principali aziende specializzate nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti speciali registrano un giro d’affari di 4,7 miliardi di euro (+12%). In generale, aumentano gli investimenti (+24%), con l’industria interessata da varie partnership e acquisizioni. Le iniziative che hanno attratto il comparto sono state molteplici, spaziando dalle diverse tipologie di plastiche, ai materiali compositi, dalla produzione di energia e biometano da scarti agroalimentari, sottoprodotti e reflui zootecnici alla produzione di combustibile solido secondario.

I player mappati vedono una forte concentrazione nelle regioni settentrionali, dove opera ben il 52%, contro il 29% del sud e isole e il 19% del centro Italia. L’industria dei rifiuti speciali è composta per lo più da piccoli e medi operatori diversificati e piccole imprese specializzate, che incidono insieme per l’83% del totale.

Impianti rifiuti: come il Pnrr sta incidendo sul quadro infrastrutturale

Il parco impianti per trattare e per smaltire i rifiuti continua a mostrare disparità territoriali, con alcune in situazioni di sovraccapacità e altre ancora carenti. È il caso, ad esempio, degli scenari al 2035 per la frazione organica, con aree ancora inadeguate, soprattutto in alcune zone del centro e del sud Italia. Sono 28 i progetti ammessi a finanziamento nella linea 1.1 B del Pnrr. Nuove sfide si affacciano per i prossimi anni tra cui, per esempio, quella della gestione dei pannelli fotovoltaici a fine vita. Oggi esistono almeno 15 impianti attivi, ma ne serviranno molti di più.

Il tessile è un altro settore in cui l’Extended producer responsibility sta muovendo i primi passi: in attesa del decreto che lo regolerà, sono sorti o sono in avvio diversi textile hub, alcuni finanziati dal Pnrr.

In conclusione, il Was Annual Report 2024 mostra un settore rifiuti che ha acquisito un richiamo più industriale: non solo raccoglie, ma trasforma e riutilizza il rifiuto, attraendo a sé diversi settori: “L’Italia è sempre più leader nell’industria del riciclo e in futuro queste nuove realtà, frutto dell’unione di utility e imprese industriali e tecnologiche, modelleranno una nuova economia circolare” rileva il rapporto.

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