Ricerca ed economicità di scala per lo sviluppo delle materie prime critiche in Italia

Il dibattito all'incontro del Osservatorio Italiano Materie prime Critiche Energia, promosso da WEC Italia e Assorisorse

Riciclo e recupero in ottica di materie prime critiche e attenzione a eco-desing. Questi alcuni degli obiettivi dell’Osservatorio Italiano Materie prime Critiche Energia, OIMCE, iniziativa promossa da WEC Italia e Assorisorse, che oggi, 10 luglio, vede realizzare il Primo Simposio a Roma in collaborazione con la Delegazione Roma Regione Lombardia.

Osservatorio Italiano Materie prime Critiche Energia, OIMCE, iniziativa promossa da WEC Italia e Assorisorse
Osservatorio Italiano Materie prime Critiche Energia, OIMCE, iniziativa promossa da WEC Italia e Assorisorse. Al centro da sinistra: Francesco Tenuta, dirigente Divisione V. Materie prime, elettronica e fotonica MIMIT; Paolo D’Ermo segretario generale WEC Italia; Andrea Ketoff, direttore generate Assorisorse.

Aspetti da considerare nella valutazione tecnica ed economica di produzione di materie prime critiche

Le opportunità di materie prime critiche nel nostro Paese ci sono “anche se siamo piccoli ma possiamo diversificare la produzione” spiega Andrea Dini, ricercatore del CNR. “Ottenere in Italia del litio ha un maggiore valore geopolitico e logistico di  una produzione più amplia in Australia” ma incalza “C’è bisogno di ricerca innovativa perché siamo ancora ignoranti in materia”.

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“Per investire serve avere certezza della domanda nel medio e lungo periodo” ricorda il prof. Pierpaolo Oreste del Politecnico di Torino (vedi le slides complete dell’intervento).

Centrale quindi la definizione dei prezzi dei materiali da vendere variabile che deve tenere conto anche dello sviluppo delle tecnologie previste per il recupero dei materiali rari dai prodotti già esistenti “perché potrebbero aumentare le capacità di recupero” rimarca Oreste.

Le tecnologie ci sono” secondo Roberta De Carolis, Enea, “ma l’incertezza normativa non aiuta nella loro estrazione”.

Impatto ambientale delle estrazioni, come limitarlo

Sotto il profilo dell’impatto ambientale è necessario “trovare una destinazione per i residui delle materie prime di estrazione”. Mentre, ricorda Dini, “I fluidi geotermici possono essere una forma di produzione di materie prime critiche con poco impatto ambientale”.

Le proposte sul tavolo dell’OIMCE

Secondo il lavoro dell’Osservatorio OIMCE diventa quindi necessario “Valorizzare, all’interno del nuovo PNIEC, processi, prodotti e servizi circolari, sostenibili e funzionali alla riduzione dell’impronta ambientale e alla sicurezza energetica nazionale”.

  • Con un quadro normativo organico sopratutto nel recupero e valorizzazione di scarti, rifiuti e sottoprodotti, in attuazione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare.
  • Grande interesse verso i generatori a magneti permanenti delle turbine degli impianti eolici che potrebbero rappresentare un’importante fonte di materie critiche, suggerendo quindi di inserirle nel recupero nei RAEE e nei provvedimenti di recepimento. In linea con quanto espresso nel corso di una recente audizione di rappresentanti della Direzione generale fonti energetiche e titoli abilitativi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica alla Commissione Attività produttive, come riportato su Canale Energia il 5 luglio scorso.
  • Necessario anche rivedere la legislazione sulla classificazione dei materiali di riciclo delle batterie al litio così da considerarli materia seconda e poter esserelavorati come materiali di fine vita.
  • Supportare la ricerca per lo sviluppo di un recupero delle materie prime
    critiche.
  • Sviluppare condizioni premianti anche attraverso una fiscalità differenziata della componente circolare.
  • Favorire il riconoscimento di agevolazioni agli imprenditori impegnati ad
    utilizzare nuove tecnologie
  • Incrementare le campagne di comunicazione e sensibilizzazione per il
    coinvolgimento dei consumatori in azioni e «stili di vita circolari» e per il
    consenso sociale nel territorio.

La presentazione completa del rapporto è disponibile qui.

Obiettivi per una politica nazionale sullo sviluppo delle materie prime critiche in Italia

Garantire la transizione Digitale e Verde, nel rispetto dell’ambiente e in ottica di garantire la sicurezza nell’approvigionamento sono i principali obiettivi di una politica nazionale sulle materie prime critiche, come sottolinea Francesco Tenuta, dirigente Divisione V. Materie prime, elettronica e fotonica MIMIT intervenuto ai lavori.

Per questo un primo passo è conoscere in modo completo il fabbisogno nazionale e gli snodi critici di catene del valore strategiche così da “informare la politica di approvvigionamento”.

I prossimi passi previsti sono:

  • la Creazione registro delle imprese strategiche, così da identificare e monitorare quelle  grandi imprese che utilizzano materie prime strategiche come previsto nell’Art. 24 R.
  • Stimare i fabbisogni nazionali e condurre prove di stress grazie al registro per identificare le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento (Art. 20 R)
  • Da qui sarà possibile determinare eventuali stoccaggi di materie prime
    strategiche (Art. 23 R)
  • Aggiornare la carta mineraria nazionale per palesare gli asset presenti sul territorio
    nazionale e obbligo derivante dal CRM Act (Art. 19 R)

Cambia inoltre il modello di pagamento per estensione a uno sulla produzione, come accade nella stragrande maggioranza dei paesi peer. Vedi presentazione completa qui.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.