- Nel 2022, il consorzio Erion WEEE ha gestito oltre 246mila tonnellate di RAEE domestici.
- Tuttavia, stima che in Italia manchino all’appello quasi tre milioni di grandi elettrodomestici e più di 400 milioni di piccoli elettrodomestici.
Forse, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) non dovrebbero essere chiamati così, perché sono delle risorse preziose. Smaltirli nel modo corretto e consentirne l’avvio al riciclo è fondamentale nell’ottica dell’economia circolare. In Italia, c’è ancora del lavoro da fare. Nel 2022, il consorzio Erion WEEE ha gestito oltre 246mila tonnellate di RAEE domestici. Questo ha evitato emissioni pari ad 1,7 milioni di tonnellate di CO2, ma non è sufficiente. Il dato, reso noto il 10 gennaio, è calato circa del 7 per cento rispetto al 2021.
Mancano all’appello 400 milioni di piccoli elettrodomestici
La flessione ha riguardato tutti i raggruppamenti, ad eccezione delle sorgenti luminose che, con circa 211 tonnellate raccolte, registrano l’unico dato positivo (+13% rispetto al 2021). Sono i piccoli elettrodomestici ad aver subito il calo più significativo, pari al 14 per cento. Non a caso, il consorzio stima che in Italia manchino all’appello quasi tre milioni di grandi elettrodomestici e più di 400 milioni di piccoli elettrodomestici, dai quali si potrebbero riciclare 380mila tonnellate di materie prime, tra cui ferro, rame, alluminio e plastica.
Erion WEEE nel 2022 ha gestito oltre 246.000 tonnellate di #RAEE domestici, pari al peso di 680 airbus A380 evitando 1,7 milioni di tonnellate di CO2.
Per approfondire l’argomento 👉 https://t.co/BdM46Z9Tyq— Erion (@ErionSistema) January 10, 2023
Mercato parallelo e scarsa consapevolezza
Una mancata opportunità da imputare soprattutto al cosiddetto “mercato parallelo”, spesso illecito, spinto dall’eccezionale caro delle materie prime, con operatori borderline o soggetti non autorizzati che cercano di massimizzare i propri profitti estraendo dai RAEE le materie più facili senza curarsi dell’impatto ambientale del trattamento. Inoltre, si registra una scarsa consapevolezza da parte dei cittadini che, in base a un’indagine condotta da Ipsos per Erion, non smaltiscono correttamente i RAEE di dimensioni ridotte: un italiano su sei li getta nel sacco dell’indifferenziata o nel bidone della plastica.
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Un settore fondamentale per l’economia circolare
“Occorre investire maggiormente in sensibilizzazione affinché gli italiani capiscano che anche i RAEE – così come la plastica, il vetro, la carta e l’umido – non possono essere gettati nella spazzatura indifferenziata o abbandonati in qualche cassetto, in soffitta o in cantina. Bisogna cambiare prospettiva, comprendere che le azioni di tutti noi hanno un peso e che quando parliamo di RAEE, anche di quelli più piccoli, parliamo di importanti materie prime che potrebbero essere riciclate, cioè riutilizzate in nuovi cicli produttivi con tutto ciò che di positivo ne consegue”, ha dichiarato Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE.
Nonostante la decrescita, infatti, i risultati operativi del consorzio confermano quanto il settore dei RAEE sia strategico per l’economia circolare italiana: dalle oltre 246mila tonnellate di rifiuti gestite, sono state ricavate più di 125mila tonnellate di ferro, circa 5mila tonnellate di alluminio e altre 5mila di rame, insieme a 32mila tonnellate di plastica.
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