Shutterstock 138819701 1Modulare il servizio di raccolta differenziata sulle necessità del territorio. E’ stata questa la carta vincente adottata dalla monoutility friulana Net Spa per potenziare il tasso di riciclo dei Comuni delle province di Udine e Trieste in cui opera. 

I dati  

Nel 2018 l’azienda ha raggiunto in media quasi il 67% nella raccolta differenziata dei rifiuti, un dato superiore di circa due punti percentuali rispetto al 65% rilevato nel 2017. Negli ultimi dodici mesi, infatti, delle oltre 232 mila tonnellate di rifiuti gestiti, circa 155 mila sono state differenziate. A registrare i dati migliori, con un aumento del 20%, sono stati i Comuni di Latisana, Povoletto, Faedis e Attimis.

Insieme a Massimo Fuccaro, direttore generale di Net, abbiamo commentato il modello operativo adottato e i risultati ottenuti.

Il modello operativo

Quale modello operativo avete adottato per potenziare la raccolta differenziata?

Quello che abbiamo capito grazie alla nostra esperienza è che non esiste un modello operativo standardizzato. Bisogna modulare le iniziative sulle caratteristiche delle diverse realtà territoriali. L’elemento chiave è, in particolare, la capacità di mettere in atto una serie di attività quasi “personalizzate” sulle necessità dei singoli Comuni. In questo senso si può scegliere di adottare un servizio di porta a porta integrale, relativo cioè a tutte le tipologie di rifiuto, o optare per la limitazione ad alcune frazioni merceologiche. Un altro aspetto importante è poi la differenziazione tra utenze domestiche e non domestiche. In tutti questi casi bisogna sapere modulare le varie “gradazioni” del porta a porta in modo raggiungere i risultati migliori. 

Può fare un esempio concreto?

In quei Comuni, prettamente rurali, dove il rifiuto organico viene reimpiegato ad esempio per fertilizzare il terreno negli orti, si può decidere di non raccogliere tramite il servizio porta a porta un qualcosa che viene invece viene già riutilizzato. 

Quando avete iniziato ad introdurre queste misure? Come si è strutturato nella sua globalità il percorso di potenziamento della raccolta differenziata?

Abbiamo introdotto gradualmente questi modelli in un periodo di circa due anni. Siamo partiti con un forte investimento sulla formazione dei cittadini. Sono state promosse iniziative nelle scuole e diverse riunioni in modo da favorire una cultura ambientale incentrata sui principi dell’economia circolare. Successivamente siamo partiti con le iniziative di cui parlavo prima modulando l’introduzione del porta a porta sulle necessità del territorio.

Dai dati emergono in particolare cinque Comuni in cui i risultati sono stati particolarmente positivi: Latisana, Poivoletto, Faedis e Attimis. Quali fattori hanno contribuito a ottenere questo risultato?

Ad esempio abbiamo raccontato come dall’alluminio riciclato si possano ottenere le caffettiere e come un materiale comune come il pile possa essere prodotto dalla plastica riciclata. 

Direi un connubio virtuoso tra la promozione di raccolta differenziata spinta e lo sviluppo di una cultura della tutela ambientale. Siamo andati avanti in parallelo su questi due piani non imponendo un modello dall’alto, ma collaborando con i cittadini tramite iniziative capillari per far capire i concreti vantaggi di un approccio circolare ai rifiuti. Durante le riunioni, ad esempio, mostriamo l’intero flusso dei rifiuti con l’obiettivo di abbattere i tanti luoghi comuni sulla raccolta differenziata. In generale in tutti i Comuni abbiamo fatto vedere il percorso compiuto dai rifiuti, il funzionamento degli impianti, la seconda vita che i materiali possono avere al termine del processo di riciclo. Quest’approccio abbinato al potenziamento della raccolta differenziata è risultato vincente.

Comunicare in modo efficace con il cittadino

Qual è stato l’elemento su cui avete dovuto lavorare di più con i cittadini?

Credo che la criticità più rilevante sia la difficoltà a conoscere bene i materiali di cui sono fatti i diversi oggetti e il loro corretto conferimento. Il cittadino si trova a dover gestire materiali compositi, come ad esempio la carta del macellaio, il tetrapak e ciò genera confusione nel capire come conferire in maniera corretta i diversi rifiuti.

Oltre agli incontri con i cittadini, quali altre iniziative avete promosso sul piano della comunicazione?

Abbiamo realizzato tutta una serie di materiali divulgativi. Si va dal calendario dei giorni di raccolta delle diverse tipologie di rifiuto agli opuscoli che danno tutte le informazioni utili a capire come differenziare in maniera corretta le diverse frazioni merceologiche.

In generale qual è la strategia vincente nel promuovere una gestione dei rifiuti green?

E’ necessario adottare un approccio che integri in maniera proficua fattori economici, ambientali e sociali per creare valore nel lungo periodo. Il concetto principale alla base dell’economia circolare è la possibilità di reimmettere sul mercato un prodotto, di ridare una seconda vita al materiale riciclato mettendolo al centro di filiere sostenibili e integrate. Tra i progetti che stiamo portando avanti c’è in particolare un investimento destinato a un digestore per il trattamento dell’organico e per la produzione di biometano. Questo biometano servirà a sua volta ad alimentare la flotta dei mezzi che andranno a effettuare la raccolta dei rifiuti. In sostanza la raccolta dei rifiuti sarà effettuata con vetture alimentate con biometano ottenuto dai rifiuti stessi.

E’ necessario che tutte le aziende del settore intraprendano questa strada, così come i cittadini, che devono fare propria in maniera sempre poi rilevante l’approccio circolare ai rifiuti.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.