Nel 98% dei Comuni italiani sono stati conclusi accordi tra i Consorzi di filiera del Conai e l’amministrazione locale per la raccolta differenziata. Si tratta di 7.827 realtà del territorio italiano che corrispondono a una popolazione di 60.198.712 abitanti, il 99,5% di quella nazionale. A tracciare questa fotografia sono i dati dell’ottavo rapporto annuale sulla banca dati Anci-Conai presentati ieri nella sede dell’Anci a Roma dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco, dal presidente del Conai Giorgio Quagliuolo, e dal delegato Anci ai Rifiuti Ivan Stomeo. Dal rapporto emerge inoltre come il 50% dei Comuni convenzionati sia coperto da più di 4 accordi e il 38% da 3 oppure 4, mentre appena il 13% dei Comuni solo da 1 o 2.
Rifiuti gestiti dal Conai in crescita
I dati mostrano un incremento della quantità totale di rifiuti gestita dal Conai. Nello specifico si è passati da una media di circa 4,6 milioni di tonnellate di rifiuti conferiti dai soggetti convenzionati tra il 2011 e il 2016, a quota 5 milioni di tonnellate nel 2017, con una ripresa delle raccolte ‘convenzionate’ con i sei Consorzi di filiera (CiAl, Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea e Rilegno).
Al nord le migliori performance
A registrare le migliori performance in termini di raccolta è in particolare Il nord del paese. In particolare il settentrione d’Italia è più efficiente in termini di quantità totali e di risultati medi pro capite per quanto riguarda i materiali da imballaggi conferiti al Comieco. Il 54% di tutto il vetro raccolto in Italia dal Corepla proviene infatti dalle regioni del nord, mentre solo il 28% da quelle del Sud. Inoltre circa il 55% di tutto il legno conferito al consorzio Rilegno arriva da Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte.
Ministro Costa: “Uno strumento indispensabile”
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha sottolineato in una nota come il sistema dell’Accordo Anci-Conai “sia uno strumento indispensabile e all’avanguardia in Europa per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio”. “Tuttavia – ha aggiunto il ministro – è necessario mettere in campo nuovi sforzi a fronte dei crescenti obiettivi ambientali che l’Unione europea ha fissato per il 2030, nonché in relazione al rinnovato scenario che si sta delineando con l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, la cui presenza deve attuarsi in una logica di rete e con l’unico scopo di accrescere la tutela ambientale”.
“Sarebbe quindi opportuno nella stipula del nuovo accordo-quadro, attuare un sistema di responsabilità estesa del produttore, che aggiorni il metodo di calcolo dei ‘maggiori oneri’, promuovendo le misure che i Comuni virtuosi intraprendono per intercettare i rifiuti e per favorire una cultura del riutilizzo e degli acquisti di prodotti sostenibili”, ha concluso Costa.
Anci: “Ambiente, una partita decisiva“
“Anci è consapevole che sull’Ambiente, sul cambiamento climatico, e sulla riduzione e riuso dei rifiuti si gioca una partita decisiva anche per il nostro Paese. C’è bisogno di grande coraggio e di grande attenzione”, ha evidenziato in nota Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, “come Associazione ci stiamo muovendo decisamente in questa direzione e sapremo essere esigenti perché si raggiungano risultati positivi in tutta Italia. Anche nelle zone del Paese dove è necessario un maggior investimento in termini di attenzione e di risorse per raggiungere gli obiettivi prefissati di raccolta differenziata”.
Una collaborazione di importanza primaria
“Il nuovo Rapporto dimostra ancora una volta non solo quanto Conai e Anci siano in grado di dialogare con efficacia e consapevolezza, ma anche quanto la loro collaborazione rivesta un’importanza primaria per i Comuni italiani”, ha spiegato in nota il presidente del Conai, Giorgio Quagliuolo.
“La raccolta differenziata non è un fine È un mezzo. Non dobbiamo mai dimenticare che tutto il materiale raccolto deve essere adeguatamente trattato, e per questo servono impianti” , ha detto inoltre il presidente del Conai, sottolineando come “soprattutto nelle regioni del sud Italia ci troviamo di fronte a una drammatica carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti di imballaggio”.
“Siamo un’eccellenza in Europa nel recupero e nel riciclo dei rifiuti di imballaggio” – ha concluso Quagliuolo – e molte regioni del sud Italia, storicamente in ritardo, stanno colmando il gap che le separa da quelle del nord. Le materie prime seconde, però, devono trovare uno sbocco sul mercato. La loro offerta cresce, ma la domanda sta calando in modo preoccupante. Corriamo il rischio che il materiale raccolto, in continuo aumento anche grazie all’efficace collaborazione con i Comuni determinata dall’Accordo Quadro ANCI-CONAI, non trovi uno sbocco nella filiera del riciclo, con l’aumento degli stoccaggi di materiale come conseguenza. Anche per questo mi auguro si arrivi a chiudere presto il provvedimento sull’End of Waste”.
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