Oltre l’11 per cento delle materie prime necessarie a livello globale proviene dai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi.
Nella regione, il consumo pro capite di materiali si attesta sulle 12,4 tonnellate annue, in linea con la media mondiale di 12,2 tonnellate, ma comunque al di sopra dell’indice di sostenibilità, pari a 8 tonnellate. Circa il 40 per cento dei materiali, costituito soprattutto da biomasse e minerali metalliferi, è destinato all’esportazione, da cui deriva il 30 per cento delle emissioni di gas serra dell’area.
L’estrazione di materie prime e i settori da rivoluzionare
L’impatto delle attività estrattive si ripercuote negativamente sugli ecosistemi e sulle comunità locali, costrette a fronteggiare gli effetti della crisi climatica e della deforestazione, insieme alla povertà e ai conflitti di carattere sociale. L’allarme arriva dalla Circle Economy Foundation che, in un’edizione speciale del Circularity Gap Report (CGR), illustra il potenziale dell’economia circolare per i Caraibi e l’America Latina. Sono cinque i settori analizzati.
Il sistema agroalimentare
Promuovere l’agricoltura rigenerativa e limitare lo spreco alimentare potrebbe ridurre l’impronta carbonica di questo settore del 34 per cento, contribuendo a migliorare le abitudini alimentari della popolazione.
L’edilizia
Privilegiare gli interventi volti a potenziare l’efficienza energetica degli edifici esistenti, anziché costruirne di nuovi, è fondamentale, stando agli autori del report. Anche la prefabbricazione, il ricorso a materiali da costruzione sostenibili e il riciclo dei rifiuti edili sono aspetti da non sottovalutare.
L’industria manifatturiera
Questo settore è chiamato a diventare più efficiente, minimizzando l’impiego di risorse e valorizzando i rifiuti industriali. Il passaggio a un modello di business circolare, con l’adozione di soluzioni come il leasing strumentale e la riparazione di macchinari e attrezzature, assicurerebbe una riduzione dell’impronta carbonica del 31 per cento.
La produzione di energia
I combustibili fossili dominano ancora il mix energetico dei Paesi latini e caraibici, ma lo sfruttamento su larga scala delle fonti rinnovabili di cui la regione dispone, a partire dall’energia eolica e solare, favorirebbe l’elettrificazione dei consumi in ambito domestico e commerciale, così come nel settore dei trasporti, dando un grosso contributo alla decarbonizzazione dell’economia.
La gestione dei rifiuti
Le nazioni in esame sono alle prese con un rapido aumento della produzione di rifiuti causato dalla crescita demografica, dall’urbanizzazione e da modelli di consumo lineari. Attualmente, circa due terzi di tutti i rifiuti non vengono contabilizzati e, pertanto, non possono essere gestiti al meglio. Il monitoraggio rappresenta dunque il primo passo, insieme al rinnovamento delle infrastrutture, all’introduzione di normative più rigorose e all’incentivazione del riciclo. Tutto questo potrebbe portare l’indice di circolarità CGR dall’1 al 6 per cento.
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Le nuove opportunità economiche
Accelerare la transizione circolare nel settore agroalimentare e in quelli dell’edilizia, della mobilità e dei rifiuti potrebbe contribuire alla creazione di 8,8 milioni di nuovi posti di lavoro, generando nuove opportunità legate alla green economy e consentendo ai singoli Paesi di diversificare la propria struttura economica e riequilibrare il rapporto fra importazioni ed esportazioni.
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