Il potenziale dell’economia circolare cresce con un approccio regionale

Intervista a Sébastien Bourdin,professore di Economic Geography, e Chairholder all'Jean Monnet European Chair on Circular Economy 

L’economia circolare si realizza su più fronti. Sopratutto è centrale avere una visione sull’impatto completo nelle aree di sviluppo di tale processo. E’ quanto spiega Sébastien Bourdin, professore di Economic Geography, e Chairholder all’Jean Monnet European Chair on Circular Economy nei suoi studi. Lo abbiamo raggiunto per
capire con lui come si potrebbe agire in modo più efficace per sviluppare l’economia circolare nel tessuto imprenditoriale nazionale e quali buone pratiche possiamo già annoverare.
Circular,Economy,Concept.,Two,Hands,Assembling,Arrow,Infinity,Recycling,Symbol
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English version here: The potential of the circular economy grows with a regional approach

Perché è importante concentrarsi su come le pratiche di economia circolare influenzano lo sviluppo regionale?

È essenziale concentrarsi su come le pratiche di economia circolare influenzano lo sviluppo regionale, in quanto offrono soluzioni per economie più sostenibili e resilienti per tutti i territori, soprattutto per le città e le regioni che sono catturate nelle trappole dello sviluppo (ad esempio, vecchie regioni industriali in declino). Integrando i principi dell’economia circolare, come la riduzione degli sprechi e il riutilizzo delle risorse, le regioni possono stimolare l’innovazione locale, creare nuovi posti di lavoro e promuovere una crescita economica che tenga conto degli effetti negativi del cambiamento climatico. Inoltre, possono ridurre la dipendenza dalle risorse esterne, rafforzando in tal modo l’autonomia regionale. Questo approccio è particolarmente importante in contesti in cui le risorse naturali sono limitate ed è fondamentale massimizzare l’uso delle risorse disponibili.

Esiste un potenziale di economia circolare che non abbiamo ancora compreso?

Sì, c’è un potenziale dell’economia circolare che non abbiamo ancora pienamente compreso o sfruttato. Ad esempio, l’integrazione della tecnologia digitale con l’economia circolare potrebbe aprire nuove opportunità per monitorare e ottimizzare l’uso delle risorse. Attualmente vi è una grave mancanza di dati per valutare e gestire meglio i progetti di economia circolare. Inoltre, l’economia circolare non riguarda solo la gestione e il riciclaggio dei rifiuti; essa comprende anche la progettazione sostenibile dei prodotti, i modelli di business basati sulla condivisione delle risorse e l’ottimizzazione dei processi produttivi. Una migliore comprensione di questi aspetti potrebbe portare a innovazioni significative. Dobbiamo abbandonare un approccio puramente gestionale

Come dovrebbero interagire tra loro le politiche, le strategie e i modelli di governance e come possono essere aiutati a farlo in modo migliore?

Le politiche, le strategie e i modelli di governance dovrebbero essere progettati per essere complementari e integrati al fine di sostenere efficacemente l’economia circolare. Ciò richiede uno stretto coordinamento tra i diversi livelli di governo (locale, regionale, nazionale), nonché con il settore privato e le organizzazioni non governative. Una comunicazione chiara e la cooperazione intersettoriale sono essenziali per allineare gli obiettivi, armonizzare le normative ed evitare duplicazioni di sforzi. Per migliorare questa interazione, potrebbe essere utile creare piattaforme di dialogo e collaborazione, meccanismi per condividere le migliori pratiche e sviluppare indicatori comuni per misurare i progressi verso un’economia circolare.

E come svolge un ruolo centrale nella governance territoriale in questo processo di integrazione?

La governance territoriale svolge un ruolo centrale nel processo di integrazione dell’economia circolare, fornendo un quadro per il coordinamento delle parti interessate locali, l’allocazione delle risorse e l’attuazione delle politiche. Permette di adattare le strategie di economia circolare alle circostanze locali, tenendo conto delle particolarità economiche, sociali e ambientali di ogni territorio. Una governance efficace facilita anche il coinvolgimento degli attori locali, incoraggiando così la partecipazione delle comunità e delle imprese locali alle iniziative di economia circolare.

Quali sono i migliori studi di casi più significativi che suggerisce di prendere in considerazione per comprendere come il potenziale dell’economia circolare si può sviluppare al meglio?

Per l’attuazione dell’economia circolare, è utile prendere in considerazione studi di casi che hanno dimostrato un successo tangibile. Esempi degni di nota includono:
Amsterdam (Paesi Bassi): la città ha messo in atto un’ambiziosa strategia di economia circolare che include la riduzione dei rifiuti, l’edilizia sostenibile e il riutilizzo dei materiali nel settore delle costruzioni.

Grenoble (Francia): Grenoble è spesso citata come esempio di città in transizione verso un’economia circolare. Ha introdotto una serie di iniziative per ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse. Ha creato un centro dedicato, Pôle R, è una struttura di quasi 8.000 m2 dedicata agli attori dell’economia circolare, che comprende:
Un centro di donazione, uno spazio per il pubblico in generale per donare oggetti che sono in buone condizioni o possono essere facilmente riparati

  • Le Labo, un edificio dedicato ai depositi di vetro e di antiparassitari, con La Bocale, Alpes Consigne, Sysalp Ulisse Grenoble Solidarité e Zest tra i suoi partner. Un edificio dedicato al laboratorio di riparazione degli elettrodomestici (Envie Grenoble), ai laboratori di produzione dell’Ulisse Grenoble Solidarité e alla piattaforma di riutilizzo e riparazione gestita da Fabricanova.
  • 4500m2 in totale, obiettivo di riutilizzo del 30%, 100 dipendenti
  • Un centro d’affari in economia circolare
  • Un piano dedicato alla formazione e alle nuove carriere nell’economia circolare.
  • Un coordinatore assunto dalla Metropole per guidare una rete di aziende dell’economia circolare.
  • Attualmente, 80 persone lavorano sul sito, di cui 50 per i programmi d’integrazione.
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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.