Partono da Fiumicino due nuove rotte Ita airways alimentate da Saf

aerei saf
Foto di Mudassar Iqbal da Pixabay

L’aeroporto di Fiumicino implementa l’utilizzo di Saf (Sustainable aviation fuel). Si tratta di biocarburante per l’aviazione, da materie prime rinnovabili, che riduce delle emissioni di CO2 del settore.

Il primato del Leonardo da Vinci

Lo scalo romano è stato il primo in Italia a disporre di Saf, permettendo a Ita di utilizzarlo sui primi 10 voli della Compagnia il 15 ottobre 2021. Dal 25 marzo prossimo, il Leonardo da Vinci incrementerà la distribuzione in modo che Ita possa dedicare per tutto il 2022 due tratte al progetto di decarbonizzazione.

Si tratta di Roma Venezia e di Roma Barcellona. Dalla raffineria Eni di Taranto circa 3.000 tonnellate di Jet fuel + Eni Saf sono arrivate al porto di Civitavecchia. Qui dove sono state scaricate al deposito costiero di Sodeco, gruppo Ludoil, che rifornisce direttamente l’aeroporto di Fiumicino.

Si tratta di un’ulteriore accelerazione di Aeroporti di Roma sul fronte della sostenibilità e della decarbonizzazione del settore. Lo scalo di Fiumicino, infatti, ha ottenuto come primo aeroporto in Europa la più alta certificazione Airport carbon accreditation 4+Transition” di Aci Europe. È riferita alla riduzione di CO2.

Confermando l’azzeramento delle proprie emissioni di gas serra già entro il 2030. Quindi in largo anticipo rispetto agli obiettivi originari di settore.

Il Jet fuel di Eni

Il Jet fuel + Eni proviene della raffineria di Taranto. È attualmente prodotto alimentando gli impianti convenzionali con quote di Uco pari allo 0,5%.

La quota bio presente nelle circa 3000 tonnellate disponibili all’aeroporto di Fiumicino consente un risparmio di CO2 superiore a 50 tonnellate rispetto a un equivalente carico di prodotto di origine fossile.

Eni è il secondo produttore di biocarburanti Hvo in Europa. Grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining™, che consente anche di produrre Saf. Entro l’anno sarà disponibile l’Eni biojet, prodotto tramite distillazione di bio-componenti provenienti dalle bioraffinerie Eni. Utilizzerà esclusivamente materie prime di scarto come gli oli alimentari esausti e i grassi animali.

Eni Biojet conterrà il 100% di componente biogenica e potrà essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.

Dal 2024 a Gela verrà avviata la produzione di ulteriori 150 mila tonnellate/anno di Eni Biojet. Saranno sufficienti per soddisfare il potenziale obbligo di miscelazione del mercato italiano per il 2025.

Gli attori commentano l’accordo

Giuseppe Ricci, DG energy evolution di Eni, ha dichiarato: “I biocarburanti sostenibili per l’aviazione sono oggi l’unica soluzione già disponibile per ridurre l’impatto carbonico. Pertanto stiamo da un lato incrementando la raccolta di materie prime di scarto come gli oli da cucina e dall’altro quello degli agro-feedstock”.

Marco Troncone, ad Aeroporti di Roma, aggiunge: “La decarbonizzazione del settore è una priorità assoluta, non sarà un percorso breve. Ma servono azioni già da subito come questa in partnership con Eni ed Ita Airways. Confidiamo che questa iniziativa dimostri l’impegno e la capacità del settore su questo fronte”.

Francesco Presicce, chief technology officer di Ita airways, conclude: “Questo è un passo importante per la trasformazione green di tutto l’eco-sistema del trasporto aereo. Per il futuro sono in cantiere ulteriori attività. La partnership tra Ita airways, Eni e Adr per la decarbonizzazione dei cieli, con l’utilizzo del Saf prodotto e distribuito in Italia, dimostra come la sostenibilità ambientale e l’innovazione siano due pilastri della Compagnia. Inoltre, l’accordo con Airbus per la nuova flotta ci farà risparmiare fino a un milione di tonnellate di CO2 rispetto alla vecchia flotta”.


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