In Finlandia, quando si compra una bibita in lattina, si paga anche una cauzione che viene rimborsata nel momento in cui si restituisce il contenitore vuoto. In Italia non è così, ma la campagna “Ogni lattina vale” sposata dal Consorzio nazionale imballaggi alluminio (CIAL) ha l’obiettivo di promuovere la corretta differenziazione delle lattine per bevande, per arrivare a riciclarle al 100 per cento entro il 2030. Una sfida che, oltre al consorzio, riguarda i produttori e le principali associazioni europee del packaging in alluminio.
L’obiettivo è ambizioso, ma i presupposti per centrarlo ci sono: nel 2022, nel nostro Paese, si è registrato un tasso di riciclo delle lattine del 92 per cento; in linea con i Paesi che hanno adottato il deposito cauzionale, come la Finlandia. E il porto di Ancona, dal primo agosto, è dotato di una serie di contenitori per la raccolta, dislocati nelle aree maggiormente frequentate da turisti e diportisti.
Da Ancona a tutta Italia
“Dopo le navi delle principali compagnie di crociera, la raccolta differenziata dedicata alle lattine in allumino per bevande sbarca nel porto di Ancona, dove sono stati realizzati dei punti di raccolta specifici e ben evidenti per invitare turisti e diportisti a portare le proprie lattine vuote”, spiega Giuseppina Carnimeo, direttrice del CIAL.
“La raccolta delle lattine in alluminio rappresenta un importante tassello nella strategia di sostenibilità ambientale delle realtà portuali. Siamo lieti che il progetto parta proprio dal porto di Ancona”, aggiunge Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.
Un’opportunità per tutelare meglio l’ambiente marino
Un progetto pilota per avviare progressivamente – grazie al protocollo di intesa siglato da CIAL, Ansep Unitam e Assoporti – sistemi dedicati di raccolta delle lattine nei principali porti e stazioni marittime lungo tutta la costa italiana. L’accordo costituisce anche un importante strumento per superare un’antinomia normativa: la Convenzione Marpol impone di differenziare in modo generico le plastiche, i metalli e gli altri rifiuti, senza distinguere in modo puntale le diverse tipologie di imballaggi, come invece prescrive la normativa comunitaria.
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“Ecco che, attraverso la cooperazione di tutti i soggetti firmatari del protocollo di intesa e la collaborazione degli armatori, si può superare questa antinomia normativa e raggiungere gli obiettivi comuni, quali quelli di aumentare le percentuali di rifiuti recuperabili da avviare ad effettivo riciclo, ma anche quelli di una maggiore tutela dell’ambiente marino”, conclude Simona Giovagnoni, segretario Ansep Unitam.
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