Nasce l’Alleanza per l’economia circolare, laboratorio d’innovazione

Sottoscritto il Manifesto da nove realtà, “per guidare il Paese verso la trasformazione dell’economia in senso circolare e rigenerativo”

Sostenere l’eccellenza delle imprese nazionali per fare dell’Italia un modello di riferimento internazionale nell’economia circolare, attraverso la diffusione di best practice attivando processi virtuosi nei confronti di istituzioni, imprenditoria, comunità. È questo l’obiettivo del Manifesto dell’Alleanza per l’Economia circolare, firmato il 5 dicembre a Roma, la prima partnership nazionale tra aziende sui temi della circolarità, coordinato da Agici, realtà di consulenza nella creazione di strategie innovative e sostenibili.

Manifesto economia circolare
L’Alleanza delle realtà firmatarie del Manifesto per l’Economia circolare.

Una visione che include il redesign della teoria del valore delle imprese, la trasformazione delle value chain, con la creazione di nuovi prodotti e servizi, l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione degli sprechi, “producendo posti di lavoro e una ricchezza che non eroda il capitale naturale del paese ma lo rigeneri, riducendo al contempo l’esposizione del sistema economico a rischi di natura geopolitica e ambientale” si legge nel documento. Per l’Alleanza, l’economia circolare non è solo una strategia di sostenibilità, ma deve diventare un “fattore critico di successo per l’economia italiana, e un fondamentale driver di innovazione”.

Manifesto per l’economia circolare: “Risposta a storica scarsità di materie prime nel Paese”

L’impegno programmatico è stato sottoscritto da nove realtà, “per guidare il Paese verso la trasformazione dell’economia in senso circolare e rigenerativo” si sottolinea nell’intesa. Fanno parte dell’Alleanza: A2A, Aquafil, Cassa Depositi e Prestiti, Costa Crociere, Enel, Hera, Ferrovie dello Stato, Intesa Sanpaolo Innovation Center e Touring Club Italiano.

economia circolare
Stefano Clerici, consigliere delegato di Agici.

Negli intenti, il Manifesto rappresenta un documento di “posizionamento”, che invita imprese e istituzioni ad agire in modo coordinato e integrato per promuovere l’economia circolare quale driver di crescita e rafforzamento della competitività delle imprese: “Una visione integrata mirata a valorizzare i tradizionali punti di forza ed eccellenze italiane, che si ritrovano nel design innovativo e nell’efficienza e qualità manifatturiera, sviluppati anche in risposta alla storica scarsità di materie prime nel Paese”.

Come espresso nel documento, l’Alleanza vuole rappresentare più di un insieme di imprese: è un “laboratorio di innovazione e integrazione” con la capacità di mettere in rete competenze diverse, dotarsi di una visione strategica in grado di raggiungere obiettivi concreti e di coordinare azioni comuni essenziali per “chiudere il cerchio” di materiali e risorse, generando un impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità.

Penna (Mase): “Quadro giuridico più certo e necessità di semplificare”

Il dialogo tra l’Alleanza e le istituzioni è un passo decisivo. Intervenuto all’evento, Fabrizio Penna, capo dipartimento dell’Unità di missione per il Pnrr al Mase, ha evidenziato quello che il Piano ha portato a terra, tra cui il finanziamento di più 1.000 progetti su tutto il territorio nazionale, il 40% di questi nel sud Italia, per l’ammodernamento dell’impiantistica ma anche per l’organizzazione e la gestione della raccolta dei rifiuti. E ancora, per circa 600 milioni di euro, finanziando i cosiddetti “progetti faro” per l’economia circolare. Un altro punto richiamato da Penna riguarda il tema del permitting:Dobbiamo dare a chi investe un quadro giuridico ancora più certo e una tempistica ineludibile ha dichiarato, chiarendo che “stiamo lavorando sull’aggiornamento normativo, abbiamo necessità di semplificare”.

economia circolare-1
Fabrizio Penna, capo dipartimento dell’Unità di missione per il Pnrr al Mase.

Tra gli obiettivi a cui l’Alleanza punta, c’è quello di fare scouting di tecnologie e startup più promettenti, e definire una roadmap per il loro accompagnamento. Le tecnologie considerate dovranno consentire il rispetto dei requisiti dell’ecodesign, ossia il design di prodotti che siano davvero affidabili, riutilizzabili, riparabili, smontabili, riciclabili e che utilizzino materiali provenienti dai rifiuti.

La digitalizzazione è poi un fattore abilitante per la trasformazione delle filiere: permette di migliorare la conoscenza, la tracciabilità dei prodotti e della materia lungo le filiere e di ridurre i costi per la raccolta di queste informazioni. Per stimolare l’azione di standard condivisi, l’Alleanza intende promuovere l’introduzione di norme rigorose e certificazioni riconosciute a livello internazionale, assicurando qualità, affidabilità e sostenibilità dei prodotti e dei sistemi lungo tutto il loro ciclo di vita. Certificazioni come ISO 14001, ISO 59004 e Cradle to Cradle (C2C) sono strumenti preziosi per validare e comunicare in trasparenza l’impegno delle aziende verso pratiche sostenibili.

Liberare le energie dell’economia circolare:
5 principi guida del Manifesto

Sono 5 i principi guida trasversali nei vari campi d’azione:

1. Ricerca e innovazione sono necessarie per lo sviluppo di nuovi prodotti, di processi che siano circular-by-design e di riprogettazione (redesign): l’Alleanza adotta un approccio aperto e continuo all’innovazione per aggiornare costantemente il perimetro tecnologico delle filiere industriali di riferimento, salvaguardando gli interessi strategici europei e, in particolare, gli interessi dell’industria UE.

2. Life cycle thinking. Si promuove un’idea di circolarità che prevenga gli impatti ambientali già dalle fasi di concezione e sviluppo di prodotti e servizi adottando, ad esempio, logiche di ecodesign, design per la riparazione e per il riciclo, utilizzo di materiali recuperati, riciclati e bio-based fin dalle prime fasi dello sviluppo.

3. Massimizzazione del valore dei prodotti, promuovendo il riutilizzo dei beni e il prolungamento della vita utile, grazie alla creazione di servizi per l’utilizzo e l’incentivazione del riciclo dei materiali per chiudere il cerchio, applicando questo principio tanto alle tecnologie industriali quanto alle policy aziendali interne.

4. Apprendimento continuo e formazione per far sì che innovazione e sostenibilità siano alimentate dalla collaborazione e dalla solidarietà, in piena ottica di knowledge sharing.

5. Trasparenza. L’Alleanza dichiara di dotarsi di una governance chiara verso tutti gli stakeholder, per costruire una “cultura di fiducia lungo le filiere” e garantire il successo delle iniziative di sostenibilità.

In conclusione, l’Alleanza chiama all’azione nuove imprese del tessuto produttivo nazionale per unirsi alla trasformazione dell’economia italiana in senso circolare e rigenerativo. Oltre a questo approccio dal basso, è “fondamentale che dall’alto le istituzioni facilitino il processo con politiche e regolamenti che favoriscano l’adozione di pratiche circolari” chiarisce il Manifesto. Si invita all’azione non solo le istituzioni governative, ma anche la società civile: clienti, consumatori, cittadini e terzo settore rivestono un ruolo importante nel sostenere e adottare comportamenti orientati alla circolarità nella vita quotidiana.

Leggi anche Rifiuti, il settore è protagonista hi-tech dell’economia circolare

 


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.