Un gruppo di giovani ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca si sta impegnando per vincere la sfida del recupero di metalli e materie rare. Per farlo hanno messo a punto un sistema che ha il nome di “progetto RARE” che con l’aiuto delle nanotecnologie lavora due tipologie di rifiuto. Il sistema prevede l’utilizzo di un dispositivo realizzato con materiale poroso partendo dagli scarti dell’industria chimica e dell’acciaio.
“Attualmente i componenti dei dispositivi elettronici sono riutilizzati solo in minima parte. Si riciclano materiali come il rame, l’alluminio e il ferro ma pochi riescono a riciclare le terre rare“, spiegano i membri del team composto da Lorenzo Viganò e Daniele Montini, dottorandi in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali, con l’esperienza, sia nell’ambito applicativo che in quello divulgativo, di Barbara Di Credico, professore associato di fondamenti chimici delle tecnologie nel dipartimento di Scienza dei Materiali. “Recuperare scarti industriali per creare le nuove materie prime adatte alla cattura di questi elementi chimici permetterebbe di abbattere i costi che comportano gli altri metodi di recupero. In questo modo, inoltre, si promuove un’idea di economia circolare dove i rifiuti non vengono eliminati, ma si cerca di dar loro una seconda vita. Noi vogliamo sviluppare un dispositivo sostenibile e attento all’ambiente, in grado di recuperare le terre rare dei rifiuti elettronici. Attraverso specifici trattamenti di questi rifiuti, gli ioni delle terre rare possono essere trasferiti in acqua e successivamente catturate dal nostro dispositivo. Ulteriori trattamenti permetteranno di recuperare le terre rare e, idealmente, renderle riutilizzabili per la produzione di nuovi dispositivi elettronici e tecnologie”.
Il progetto ha all’attivo il sostegno di EIT RawMaterials, consorzio europeo che si occupa delle materie prime non fossili a supporto della transizione energetica che da quest’anno è partner di #BiUniCrowd.
La campagna di crowdfunding per sviluppare il progetto
Per finanziarlo il team sta utilizzando il crowdfunding. RARE avrà sessanta giorni di tempo per raccogliere cinquemila euro, ma già tagliato il traguardo del 50% dell’obiettivo scatterà il contributo dell’azienda partner che coprirà la restante parte della somma.
Per ogni donazione è prevista una ricompensa secondo il sistema delle campagne di reward based crowdfunding che da sempre caratterizza #BiUniCrowd.
Hanno già partecipato alla quinta call Bicocca Università del Crowdfunding. Si tratta di un programma di finanza alternativa dell’Ateneo che promuove lo sviluppo di progetti innovativi e idee imprenditoriali.
Il jingle del riciclo
I ricercatori hanno preso parte alle attività di team building che Bicocca Università del Crowdfunding realizza in collaborazione con l’associazione Street Is Culture. Dall’esperienza è nato un jingle che accompagnerà la campagna di raccolta fondi. Della comunicazione si occupa Jessica Bosisio, dottoranda in Economia e Management dell’Innovazione e della Sostenibilità presso l’Università di Parma.
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