L’evento annuale del 9 giugno scorso di 4sustainability, sistema e marchio che garantisce la sostenibilità delle filiere del fashion & luxury, schema adottato finora da circa 200 realtà tra brand e imprese della filiera, è stato la cornice all’interno della quale è stata presentata in anteprima, a Villa Viviani a Firenze, la 4s Platform.
Erano presenti più di 300 professionisti del sistema moda tra cui: Lvmh, Kering, Burberry, Armani, Hugo Boss, Miroglio, Ferragamo, Yamamay, Brunello Cucinelli ed eccellenze della filiera come Successori Reda, Ratti, Fratelli Piacenza, Manteco, Eurojersey, Achille Pinto, Cotonificio Albini, Zegna Baruffa, Loro Piana, Gruppo Florence, Minerva Hub.
Significativa la presenza della più importante Associazione di rappresentanza dell’industria bengalese dell’abbigliamento, Bgmea-Bangladesh garment manufacturers and exporters association, della cui delegazione ha fatto parte anche Ashfaq Rahman, second secretary dell’Ambasciata del Bangladesh in Italia, per avviare relazioni internazionali incentrate sui principi della sostenibilità.
La piattaforma 4s Platform
Si tratta della prima piattaforma digitale già testata sul mercato e progettata da esperti dell’industria della moda finalizzata a: tracciare, misurare, verificare e comunicare i dati sugli impatti ambientali e sociali dell’intera filiera produttiva su sei dimensioni.
Queste ultime sono:
- Trace: tracciabilità dei processi e monitoraggio della filiera;
- materials: conversione all’uso di materiali a minore impatto per una produzione sostenibile;
- chem: eliminazione delle sostanze chimiche tossiche e nocive dai cicli produttivi;
- people: crescita del benessere organizzativo;
- planet: uso consapevole delle risorse per la riduzione dell’impatto ambientale;
- cycle: sviluppo delle pratiche di riuso, riciclo e design sostenibile.
Il funzionamento della piattaforma
La piattaforma si basa sulla condivisione dei dati a cui ognuno può apportare il proprio contributo per dimostrare la riduzione degli impatti: ad esempio, se un fornitore ha calcolato il suo impatto in termini di CO2 e investito nell’eliminazione di sostanze nocive, registra sulla piattaforma i dati relativi, così da provare al cliente il suo reale impegno nel migliorare.
La piattaforma è già online a disposizione delle aziende del mondo della moda, inoltre, entro la fine dell’anno sarà integrato con tutorial e training.
“L’unicità del metodo, spiega Francesca Rulli, ceo and founder Process Factory and 4sustainability, consente alle aziende di investire una sola volta in azioni misurabili di sostenibilità a valore per tanti clienti. Più esattamente, il brand è agevolato nell’ingaggio della propria filiera sulla raccolta dati mirata a ridurre l’impatto della sua produzione; le aziende della filiera sono agevolate nella realizzazione di progetti strutturati per migliorare le proprie performance di sostenibilità da condividere con il brand e gli altri anelli della filiera stessa”.
La piattaforma è stata sviluppata da Process Factory, società di consulenza strategica proprietaria del marchio 4sustainability, insieme a The ID Factory, piattaforma tecnologica specializzata nella tracciabilità della filiera del fashion. Le due società si sono unite dando vita a Ympact, una società benefit che ha già intrapreso l’iter per diventare anche B-Corp.
La piattaforma si allinea a tutti gli standard Gri (Global reporting initiative, lo standard di rendicontazione più usato per redigere i report di sostenibilità) e agli obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdgs), nonché a quelli della Global fashion agenda.
“La 4s Platform digitalizza il complesso processo di raccolta, scambio e comunicazione dei dati di sostenibilità già testato analogicamente su circa 200 realtà del mondo moda, con vantaggi evidenti in termini di razionalizzazione, armonizzazione e semplificazione. I dati così raccolti, verificati e gestiti confluiscono nel report di sostenibilità e concorrono al vendor rating di filiera. Lo sbocco ultimo è idealmente il digital passport di prodotto a cui pure i dati devono agganciarsi, perché non esiste prodotto sostenibile senza filiera di produzione sostenibile”, conclude Rulli.
“Numeri primi. Il Rinascimento sostenibile della filiera moda” è stato organizzato con il supporto di Brachi testing services, laboratorio leader di analisi e prove tecniche per l’industria della moda, e The ID Factory. Hanno contribuito alla sua realizzazione Bgmea (Bangladesh garment Manufacturers and Exporters Association) e Savino Del Bene, multinazionale attiva nel campo delle spedizioni internazionali e dei servizi logistici di supporto all’impresa.
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