batterie al litio
foto Pixabay

Nove tra aziende e associazioni italiane hanno firmato lo scorso 14 ottobre un protocollo d’intesa per sviluppare una catena del valore nazionale per la gestione del fine vita delle batterie al litio, provenienti dal settore automotive. 

Si tratta di: Class Onlus, Anfia, Cobat, Innovhub stazioni sperimentali per l’industria, Enel, Comau, Dipartimento di meccanica del Politecnico di Milano, Rse e Flash battery.

Ogni soggetto in base alla sua competenza specifica avrà un ruolo ben definito all’interno del progetto. Ad esempio, solo per citare alcune attività: Anfia coinvolgerà diversi soggetti della filiera automobilistica; Cobat definirà le procedure di raccolta e messa in sicurezza degli accumulatori; Enel valuterà i possibili ambiti di riutilizzo delle batterie riconvertite come accumuli stazionari; Comau svilupperà soluzioni automatizzate per il disassemblaggio e il riassemblaggio dei pacchi e moduli batteria.

Il progetto

Per quanto riguarda la mobilità elettrica, uno dei problemi che viene spesso sollevato è relativo allo smaltimento delle batterie al litio. Questi nove protagonisti sono pronti a impegnarsi per la riconversione delle batterie da usare per lo stoccaggio di energia.

Quando la batteria di un’auto elettrica deve essere sostituita perché non più in grado di alimentare il veicolo, può essere recuperata e rigenerata ed essere adottata in sistemi di stoccaggio dell’energia. Tra questi, i dispositivi per immagazzinare l’elettricità derivante da fonti rinnovabili.

La vita di una batteria al litio varia dai 10 ai 12 anni, però la sua capacità residua è ancora pari all’80% di quella nominale. Pertanto può essere ancora utilizzata, anche se non più in un’automobile, va riconvertita e destinata ad altro utilizzo.

La seconda vita delle batterie al litio

Il progetto della filiera della seconda vita delle batterie al litio farà attività di ricerca e sviluppo per:

  • Stoccare e mettere in sicurezza gli accumulatori dismessi, recuperando anche l’energia residua.
  • Disassemblare e fare dei pre-trattamenti attraverso tecnologie innovative che si avvalgono di automazione robotizzata per avere dei processi efficienti e alti standard di sicurezza.
  • Verificare lo stato di salute delle celle per individuare le componenti ancora  utilizzabili.
  • Riassemblare celle o moduli che siano riutilizzabili e produrre nuovi pacchi di accumulo energetico per applicazioni stazionarie.

Oltre alla seconda vita delle batterie, il progetto ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e processi per il trattamento del riciclo delle celle di moduli che risultano non più utilizzabili.

Nel prossimo futuro

Scopo di questa rete è anche coinvolgere i soggetti istituzionali ai fini della validazione del progetto e del sostegno al piano di intervento.


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