La fornitura di molte materie prime critiche (Crm – Critical raw materials) quali litio e cobalto, è quasi completamente esterna all’Europa, concentrata soprattutto in Cina, Turchia e Sudafrica.
Secondo uno studio della Commissione europea, nel 2030, l’Unione avrà bisogno di una quantità di litio 18 volte superiore e di una di cobalto cinque volte superiore, da utilizzare per le batterie dei veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia.
É alla luce di queste considerazioni che i deputati del Parlamento europeo hanno approvato ieri 24 novembre, con 543 voti a favore, 52 contrari e 94 astensioni, il testo con il quale chiedono una strategia europea che renda l’Europa maggiormente autonoma per la fornitura di Crm.
Le richieste dei parlamentari europei
Sostanzialmente, per interrompere questa dipendenza dall’estero dovrà essere attuata una strategia che preveda che: le nuove materie prime provengano dall’interno dell’Unione, le fonti siano diversificate e che si intensifichi la ricerca di alternative sostenibili. Infine, i deputati chiedono di considerare lo stoccaggio strategico.
Il riciclaggio dei rifiuti come una delle possibili soluzioni
Il riciclaggio dei rifiuti viene considerato una delle possibili soluzioni, ma i deputati sono consapevoli del fatto che non sarà sufficiente a far fronte alla domanda crescente di questi materiali. Perciò, chiedono che si possa ottenere l’approvvigionamento di Crm all’interno degli Stati membri ricchi di questi materiali.
Il riciclaggio dei rifiuti viene comunque considerato fondamentale data la presenza significativa di Crm nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Quindi, secondo gli eurodeputati, Commissione e Stati europei dovrebbero incrementare gli sforzi per riciclare correttamente questo tipo di prodotti a fine vita, invece di lasciare che finiscano nelle discariche.
Oltretutto, secondo i dati sul tasso di utilizzo dei materiali circolari pubblicati da Eurostat, nel 2020, il tasso di utilizzo di materiali circolari dell’UE (indicato come tasso di circolarità) ha raggiunto il 12,8%. Ciò significa che quasi il 13% delle risorse materiali utilizzate nell’Unione proveniva da materiali di scarto riciclati. Rispetto al 2019, il tasso di circolarità (quota di risorse materiali utilizzate provenienti da materiali di scarto riciclati) è aumentato di 0,8 punti percentuali.
Evidenziata dai parlamentari anche la necessità di controlli più severi delle esportazioni europee di rifiuti Crm. Aggiungono la richiesta che venga istituita una task force per coordinare le attività nazionali sulle materie prime critiche e che gli Stati membri siano trasparenti nei loro processi di approvvigionamento, nonché più efficienti a livello di tempistiche, senza che però ciò vada a discapito degli standard sociali e ambientali.
Destinare maggiori fondi ai progetti Crm
I deputati ritengono inoltre che ai progetti di Crm dovrebbero essere destinati maggiori finanziamenti all’interno dei piani nazionali di recupero e del regolamento della tassonomia. Infine, che gli Stati membri mettano in comune i propri sforzi attraverso un importante progetto di interesse comune Ipcei (Important projects of common european interest).
“Abbiamo un pacchetto coerente e ambizioso che affronta l’urgenza di catene di approvvigionamento di materie prime critiche stabili e sostenibili, garantendo allo stesso tempo la competitività dell’Europa e l’occupazione. Tutte le previsioni prevedono una maggiore domanda di materie prime critiche a causa della doppia transizione. Ci impegniamo quindi ad aumentare i nostri sforzi per fare pieno uso dell’economia circolare. Tuttavia, la ricerca mostra che questi sforzi non saranno sufficienti, almeno nel breve e medio termine. Dobbiamo quindi costruire il quadro politico per permettere un’estrazione sostenibile in Europa e nei paesi non UE”, ha detto la relatrice Hildegard Bentele del Partito popolare europeo.
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