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Sviluppare una nuova generazione di plastificanti di origine vegetale per poter sostituire i derivati di origine petrolchimica. E’ questo l’obiettivo del progetto di ricerca frutto della collaborazione tra l’area Innovazione e Tecnologie di FITT e Cereal Docks, la start up biotech ATPr&d e il Dipartimento STEBICEF (Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche) dell’Università di Palermo.

L’idea alla base del progetto, che ha una durata triennale ed è co-finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso il Fondo per la crescita sostenibile, è quello di creare un esempio virtuoso di network in cui ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione industriale possano interagire per sviluppare nuovi prodotti in linea con i principi dell’economia circolare e dell’agenda 2030 dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Adozione di nuove tecnologie bio-based

Il focus del progetto si concentra in particolare sull’adozione di una serie di nuove tecnologie “bio-based” in alternativa a quelle di origine minerale o fossile, il tutto nell’ottica di  incrementare sia l’economicità dei processi di trasformazione sia l’ecosostenibilità dei prodotti in materiale plastico.

Sostenere le Key Enabling Technologies

In generale il progetto si inserisce in una strategia di FITT che sostiene con forza lo sviluppo di tecnologie abilitanti (in inglese KET’S o Key Enabling Technologies) ovvero di quelle tecnologie a cui sono associate elevate intensità di R&D, cicli d’innovazione rapidi, consistenti investimenti e incrementi occupazionali ad elevata qualifica tecnica. “La ricerca e l’innovazione tecnologica – afferma in nota Alessandro Mezzalira, CEO di FITT – sono fondamentali e ormai è imprescindibile guardare alla sostenibilità come obiettivo primario nello sviluppo di nuovi prodotti. La cosa interessante è che ci sono ricadute molto positive anche in termini di maturazione interna dell’azienda, l’evoluzione tecnologica si riflette in un continuo processo di apprendimento ed evoluzione da parte dei collaboratori: se crescono le competenze dei lavoratori cresce l’azienda”. 

Innovazione e sostenibilità, concetti chiave

Innovazione e sostenibilità sono le nostre parole chiave – afferma nella nota Mauro Fanin Presidente di Cereal Docks Spa il nostro impegno è rivolto a migliorare la sostenibilità dei prodotti, grazie alla definizione di materiali e processi bio-compatibili, come elementi di un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e più sostenibile per l’ambiente. Nell’orientare i processi di innovazione, giocano un ruolo importante le start up come ATP R&D partner di questo progetto, che proprio in queste settimane è risultata prima nella graduatoria regionale del bando per il finanziamento delle start up innovative, oltre ad aggiudicarsi il bando per il sostegno di progetti di ricerca che prevedono l’assunzione di ricercatori. Competenze evolute insieme all’entusiasmo e alla passione di giovani ricercatori sono una formula vincente”.

Una soluzione per il rilascio controllato nel terreno di fertilizzanti

Il progetto promosso da FITT è solo una delle tante iniziative legate al comparto delle bioplastiche. I ricercatori di Bio-on, società bolognese del settore della bioplastica di alta qualità, hanno infatti, realizzato una soluzione per il rilascio controllato nel terreno di fertilizzanti in particolare basati su urea. Una soluzione che consente a detta degli inventori “un nuovo e rivoluzionario utilizzo della bioplastica phas”.  Il vantaggio  spiega l’azienda –  è un dosaggio più efficace e un minor consumo di fertilizzante, quindi un minor inquinamento e un impatto positivo sulle persone e il pianeta”.

L’Urea è un fertilizzante azotato, solitamente si trova in commercio sotto forma cristallina di colore bianco, in pellet o granuli. Si tratta di un concime molto concentrato e altamente solubile in acqua. Questo rende rapida la degradazione e dispersione nel sottosuolo. L’applicazione di urea come fertilizzante può essere fatta al momento della semina o sulla superficie ma non dovrebbe entrare in contatto con il seme. E’ qui che entra in gioco la tecnologia di U-COAT. “Con percentuali diverse a seconda delle caratteristiche dei vari terreni la bioplastica PHAs riveste il granulo di UREA” spiega Bion sul sito “e, grazie alla biodegradazione naturale del PHA, consentirà un rilascio controllato del fertilizzante nel terreno in funzione del tempo e dell’effetto richiesto, senza lasciare alcun residuo e proteggendo il fertilizzante da un rapido consumo dovuto a forti piogge e quindi ad una sua minore efficacia”.

Nell’ottica di sviluppo del settore è stata, inoltre, creata la newco dedicata U-COAT, controllata al 100% da Bio-on. Il progetto di Ucoat, spiega il presidente-ceo Marco Astorri, consente di portare avanti “un percorso molto importante di valorizzazione delle tante tecnologie che stiamo realizzando”.


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