La centrale nucleare di Latina si avvia a una nuova fase di smantellamento a cura di Sogin. Questa volta sarà più visibile anche dai semplici osservatori perché si va a intaccare la struttura esterna. Un’azione che riguarderà per ora gli schermi dei generatori di vapore e gli stessi boiler.
La demolizione avverrà in quota a partire da circa 50 metri e sposterà le 1200 tonnellate complessive dei 6 schermi in calcestruzzo. Materiali che saranno poi, dopo opportuni controlli radiometrici, smantellati e recuperati come materiali edili.
L’impianto per eseguire parte dello smantellamento è stato costruito all’interno della stessa area di Sogin a Latina, come per il deposito temporaneo delle scorie radioattive. Si chiama “Cutting area”. Qui verranno fatti in parti più piccole gli elementi dei boiler e inizierà la fase di recupero dei materiali.
Latina, economia circolare dallo smantellamento della centrale nucleare
Dall’intera centrale è previsto un recupero del 93% dei materiali complessivi, composti prevalentemente da calcestruzzo e metalli.
Sono state valutate circa 297.200 t di materia recuperabile.
Si tratta di un lavoro che nella sua complessità seguirà varie fasi e il cui termine si avrà nel 2027, per poi arrivare a rendere alla cittadinanza il territorio nella sua interezza al 2040. Sempre che il deposito nazionale non si faccia attendere ancora a lungo.
Leggia nche:
“Decommissioning, Sogin smantellerà anche il reattore Ispra-1”
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