sostenibilità alimentare
Sostenibilità alimentare

La sostenibilità e la circolarità investono ogni aspetto della nostra vita a tutti i livelli, un ambito dal quale non possiamo assolutamente prescindere, è quello della sostenibilità alimentare e di pari passo di quella agricola.

In occasione dell’evento digitale “Europe and Food: Ensuring environmental, health and social benefits for the global transition”che si terrà il prossimo 5 maggio, la Fondazione Barilla presenterà lo studio L’Europa e il Cibo”.

Questo studio analizza tre aspetti fondamentali del cibo: sfide nutrizionali, agricoltura sostenibile e spreco alimentare, con un focus sui 27 Paesi europei e sul Regno Unito, e presenta sette raccomandazioni per contribuire ad implementare la transizione dei sistemi alimentari europei.

Da questo studio emerge che: nonostante i Paesi europei siano i principali ideatori dell’agricoltura biologica, con l’8,1% della superficie agricola totale destinata al biologico, abbiano un consumo idrico eccessivamente elevato. In Europa, il consumo idrico in agricoltura va dallo 0,01% al 57,43% delle risorse rinnovabili nazionali di acqua dolce. L’agricoltura europea rappresenta in media il 90% dell’impronta idrica delle produzioni nazionali ed è responsabile di circa il 10% delle emissioni totali di gas serra, a cui dobbiamo sommare la perdita di produttività agricola dovuta all’erosione del suolo, stimata in 300 milioni di euro.

In secondo luogo, su una aspettativa di vita molto elevata, quale quella europea, si sono insinuate patologie come sovrappeso e obesità che vi incidono negativamente. Eppure, tutti i Paesi europei si sono dotati di linee guida per un’alimentazione sana a livello nazionale. Ma, la mancanza di attività fisica e un’alimentazione ricca di proteine, grassi saturi, sale e zuccheri, cui si accompagna un consumo ridotto di frutta e verdura, sono la causa principale di queste patologie.

Terzo tasto dolente: lo spreco alimentare, più del 20% del cibo prodotto in Europa viene sprecato, pari a 88 milioni di tonnellate/anno, con un costo economico che ammonta a 143 miliardi di euro e al 6% delle emissioni totali dell’Europa. In media, ogni europeo produce 58 kg/anno di rifiuti alimentari: si va dal livello più alto registrato in Belgio (87 kg), al più basso di Cipro (36 kg).

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha raggiunto tre traguardi importanti: la pubblicazione delle linee guida sulla donazione dei prodotti alimentari; l’aggiornamento delle linee guida sull’utilizzo di alimenti non più destinati al consumo umano come mangime e l’adozione di una nuova metodologia per misurare lo spreco alimentare.

In Italia, la legge Gadda ha agevolato le donazioni alimentari snellendo la burocrazia e offrendo incentivi fiscali a chi dona cibo ad enti caritatevoli e banchi alimentari.

Lo studio mostra inoltre, come gli strumenti digitali stiano offrendo ai cittadini sempre più soluzioni per ridurre lo spreco alimentare, senza contare che molte città  stanno avviando iniziative importanti per fondare una vera economia circolare del cibo.

Marta Antonelli, direttore ricerca di Fondazione Barilla, ha dichiarato: “Il sistema alimentare rappresenta una leva molto importante per migliorare la salute delle persone e dell’ambiente. In Europa, giocherà un ruolo centrale per la decarbonizzazione del continente e per il raggiungimento degli Sdg (obiettivi di sviluppo sostenibile)”.

Fondazione Barilla propone 7 raccomandazioni per trasformare i sistemi alimentari

Fondazione Barilla ha elaborato sette raccomandazioni per apportare il suo contributo alla transizione dei sistemi alimentari europei:

  1. Sfruttare il cambiamento nella società derivato dagli effetti della pandemia di Covid-19, per affrontare le cause delle ingiustizie alimentari alla radice. In Europa bisogna lavorare affinché tutti possano nutrirsi con cibo sano e sostenibile, mentre attualmente 33 milioni di cittadini europei possono permettersi un pasto di qualità solo a giorni alterni.
  2. Adottare una strategia politica integrata per ricollegare cibo, alimentazione e agricoltura.
  3. Affrontare la transizione alimentare mediante un approccio sistemico: vanno coniugati gli sforzi a livello legislativo e dei singoli, che possono incidere parecchio con i propri comportamenti.
  4. Favorire contesti che consentano di adottare scelte alimentari sane e sostenibili: nutrizione e salute dell’ambiente vanno di pari passo.
  5. Fare leva sull’educazione alimentare nell’ambito di una strategia più ampia: l’educazione alimentare non può prescindere da stili di vita sani come l’attività fisica.
  6. Trasformare l’agricoltura da problema a soluzione attraverso l’innovazione per sistemi alimentari più sostenibili.
  7. Misurare e rendicontare perdite e sprechi alimentari: adottando la metodologia europea sullo spreco alimentare e stabilendo impegni vincolanti in linea con gli Sdg.

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