La gestione delle scorie, insieme a quella della sicurezza degli impianti, è una delle questioni più dibattute quando si parla di energia nucleare. Ora due ricerche propongono altrettante soluzioni innovative per dare una seconda vita a questi materiali.
Batterie dai diamanti
Gli scienziati dell’Università di Bristol stanno studiando come trasformare i rifiuti radioattivi nucleari in diamanti capaci di essere impiegati come batterie a lunga durata. Nello specifico gli studiosi hanno identificato un modo per innalzare la temperatura della grafite radioattiva in modo da far rilasciare la maggior parte della radioattività in forma gassosa. Il gas viene sottoposto ad alte temperature e basse pressioni e si trasforma in un diamante artificiale. Questi diamanti artificiali, se vengono posizionati vicino a un campo radioattivo, generano una piccola corrente elettrica. Ricoprendo la batteria al diamante con un altro diamante non radioattivo, che assorbe le radiazioni nocive, si è ottenuta una batteria con 100% di efficienza.
Uranio impoverito per produrre etano
Lo studio dell’università del Sussex ha poi rilevato come un catalizzatore che contiene uranio impoverito permette di convertire l’etilene, un alchene usato per fare la plastica, in etano, un alcano usato per produrre un numero di altri composti incluso l’etanolo.
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