L’alluminio è riciclabile all’infinito e garantisce un risparmio energetico del 95% rispetto ai processi tradizionali. Si pensi che il 75% di tutto l’alluminio da sempre prodotto nel mondo è ancora in uso. In Europa, si ricicla la più alta quantità di alluminio pro capite nel mondo ed oggi la produzione italiana si basa al 100% sul riciclo.
Italia ai primi posti in Europa
All’assemblea annuale delle 250 imprese consorziate a Cial (Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio), tenutasi lo scorso 17 maggio, è stato confermato anche per il 2020 l’andamento positivo della raccolta differenziata e del riciclo degli imballaggi in alluminio, dove l’Italia si conferma essere tra i paesi più virtuosi a livello europeo, con una percentuale di riciclato dell’immesso sul mercato, pari al 68,7%. Nel 2020 infatti, sono state riciclate 47.400 tonnellate di imballaggi in alluminio, delle complessive 69.000, a cui vanno aggiunte 4.500 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione.
Grazie al riciclo virtuoso, è stata evitata l’emissione in atmosfera di 355mila tonnellate di CO2 e risparmiata energia per oltre 153mila tonnellate equivalenti di petrolio.
E’ stato possibile mantenere questo trend positivo grazie alla attiva collaborazione di 5.448 comuni e circa 47 milioni di cittadini attivi nella raccolta differenziata dell’alluminio con cui Cial collabora, anche se a causa della pandemia c’è stata una flessione del 7% delle quantità riciclate e del 6% dell’immesso.
Sicuramente, il fatto che Cial supporti in modo personalizzato, affiancandoli costantemente, comuni e operatori senza limitarsi solamente ad erogare dei corrispettivi economici, incentiva i consorziati ad adottare nuove tecnologie per la selezione e la massimizzazione del recupero e della qualità dell’alluminio.
Cial ha adottato negli anni un comportamento atto a ridurre alla fonte la produzione di rifiuti in alluminio ed ha, anche economicamente, incentivato l’introduzione di nuove tecnologie verdi, come quelle che permettono il recupero di quantità crescenti di alluminio dalla selezione di rifiuti indifferenziati o, addirittura, dalle scorie post-combustione.
Basti pensare che, sulla base di uno studio effettuato sul trend evolutivo del packaging in alluminio negli ultimi vent’anni, per la produzione di imballaggi sono state risparmiate in totale 107mila tonnellate di alluminio, che si traduce in mancate emissioni serra pari a 936.000 tonnellate di CO2 equivalenti.
“La quota di riciclo, seppur in leggero calo, ma comunque in linea con i trend degli ultimi anni e superiore agli obiettivi fissati nelle nuove direttive europee sull’economia circolare, conferma come il sistema nazionale di gestione degli imballaggi in alluminio, abbia raggiunto un livello di maturità, tale da garantire un contributo imprescindibile verso la transizione ecologica del Paese”, ha commentato il presidente di Cial Bruno Rea. “Il processo di sviluppo è ormai irreversibile anche per le principali regioni del Sud Italia, che saranno presto in grado di ridurre il gap con le aree più mature grazie alla creazione e l’ammodernamento degli impianti di selezione e trattamento dei materiali.”
Il presidente Rea conclude dicendo che, un ulteriore elemento di soddisfazione riguarda proprio l’impegno delle imprese della filiera le quali, grazie ai continui miglioramenti introdotti dall’innovazione tecnologica, come: ottimizzazione e riduzione di peso e spessori, facile e completa riciclabilità, rendono il packaging in alluminio, sempre più affine e coerente con le politiche e i modelli di sviluppo socio-economico della green economy.
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