Finanza sostenibile, certificazioni e nuovi modelli di business: sono questi alcuni degli strumenti a disposizione delle imprese ittiche che intendono puntare sull’innovazione sostenibile per affrontare in modo vincente il mercato. A tracciare un quadro su questi ambiti è stato il secondo webinar di Capraia smart island filiera ittica sostenibile, promosso dall’associazione Chimica verde bionet, in collaborazione con Legacoop agroalimentare – dipartimento Pesca. Evento parte del programma di appuntamenti della sezione “Dintorni del Festival” del festival dello Sviluppo sostenibile 2020 promosso da Asvis.
Innovazione green e filiera ittica, un binomio vincente
Dal convegno è emerso come il settore ittico abbia ben introiettato i paradigmi della sostenibilità. Sono sempre di più i progetti portati avanti nel territorio italiano che declinano in modo efficace il tema dell’innovazione sostenibile. Best practices che integrano le opportunità offerte dalla tecnologia mettendole a servizio di nuovi modelli operativi incentrati sulla sostenibilità. Si tratta di esempi concreti di aziende che hanno saputo conciliare al meglio le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. E hanno creato un equilibrio virtuoso tra ambito economico, ambientale e sociale. Per raggiungere questi risultati un elemento chiave è stata la capacità di porre al centro una gestione aziendale permeata da una visione sinergica e integrata.
Rigillo (Mipaaf): “Il rilancio del settore della pesca può avvenire solo con la promozione della sostenibilità”
Il convegno si è aperto con l’intervento del direttore generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura del Mipaaf, Riccardo Rigillo: “Il rilancio del settore della pesca – ha detto, si legge in nota – può avvenire solo attraverso l’adozione di misure che promuovono, in misura decisa, la filiera ittica sostenibile”. Il tutto “attraverso la certificazione delle modalità di cattura, della conservazione e della vendita del prodotto, la tutela della risorsa e la formazione degli operatori. In una visione moderna della pesca, infatti, il prelievo della risorsa costituisce solo una parte dell’intera filiera. In questo modo, la pesca potrà diventare un’opportunità per i giovani che sapranno ‘inventare’ una nuova tipologia di lavoro”. Capace di fondare “le radici nella tradizione e cultura marinara del nostro Paese” ma, allo stesso tempo, di proiettarsi “verso un’ attività imprenditoriale.”
Filiera ittica, innovazione ed economia circolare
Tra i temi affrontati nel corso del dibattito, moderato da Paolo Pelusi, direttore Consorzio mediterraneo, anche le potenzialità dell’economia circolare. Un tema affrontato sia attraverso interventi di scenario sia attraverso la presentazione di best practice innovative. “L’economia circolare, nell’ambito della green economy – ha spiegato Pelusi – sta avendo sempre più rilievo in sede nazionale ed internazionale come strumento per cercare di ridurre il problema dei rifiuti sia a mare che a terra. Si prevede quindi sia una crescita sempre maggiore degli investimenti in nuove tecnologie che riducano l’utilizzo della plastica a favore di mono-materiali plastici e materiali compostabili, sia l’incentivo di forme di trasformazione/riciclo dei rifiuti efficienti ed ambientalmente ed economicamente sostenibili”.
Diversificazione, carta vincente a disposizione delle imprese
Una delle carte vincenti a disposizione delle imprese, poi, è della diversificazione delle attività legate al settore ittico con iniziative collaterali alla pesca. Si tratta di sinergie virtuose che possono amplificare l’orizzonte dell’adesione ai paradigmi della sostenibilità, moltiplicandone i vantaggi. “La diversificazione – ha spiegato Pelusi – può consistere sia nell’avvio di attività diverse dalla pesca, comunque legate a questa, ma principalmente in attività complementari e quindi fonti integrative di reddito”. Tutte opportunità da cogliere al meglio, adottando uno sguardo olistico e improntato alla collaborazione tra diversi settori.
Certificazioni e settore ittico
Il tema dei sistemi di certificazione per il settore ittico è stato invece al centro della seconda tavola rotonda, moderata Giuseppe Lembo, presidente di Coispa e chair of the expert group for Technical advice on organic production (Egtop) European commission, DG Agri. “Il più importante obiettivo della certificazione nel settore ittico – ha sottolineato Lembo – è la promozione di un sistema globale di gestione aziendale basato sull’interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente e azione per il clima. Un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali e l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali.
I quattro obiettivi delle certificazioni nel settore ittico
“In quest’ottica quattro sono gli obiettivi principali da perseguire”, ha aggiunto Lembo. Contribuire ad una gestione sostenibile delle risorse ittiche a lungo termine. Promuovere modalità ed attrezzature di pesca selettive, che riducano al massimo la cattura di individui sottomisura. E garantire ai consumatori la qualità e la tracciabilità dei prodotti ittici; garantire che siano rispettate le preferenze di un numero crescente di consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti”.
Filiera ittica e finanza sostenibile
A chiudere il webinar del 17 settembre il panel intitolato: ”Gestione aziendale e finanziamenti europei”, moderato da Sara Guidelli, direttore generale Legacoop agroalimentare. “Il settore della pesca e dell’acquacoltura hanno bisogno di una finanza sostenibile. In grado di valutare gli impatti che gli investimenti devono generare”, ha sottolineato Guidelli. “Non si può prescindere da un approccio capace di valorizzare adeguatamente quei progetti che pongano al centro la sostenibilità dell’intera filiera ittica. Per declinare al meglio questi modelli operativi occorre interfacciarsi in modo integrato con varie forme di investimento. Per questo è determinante il rapporto con le banche, con il crowdfunding e con i fondi europei. Ma anche con le competenze manageriali, interne ed esterne. In quest’ottica risulta fondamentale affidarsi a società esperte, necessarie per la crescita del settore”.
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