Trentino-Alto Adige, Marche, Lombardia, Veneto e Toscana: sono queste le regioni italiane che vantano le migliori prestazioni nell’ambito della sostenibilità ambientale. A svelarlo è un rapporto curato da Duccio Bianchi, fondatore dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, e presentato a Fano in occasione del festival Circonomia.
Il caso del centro Italia
Le ultime regioni della classifica sono tutte meridionali: ultima la Puglia, preceduta da Sicilia, Sardegna, Basilicata e Campania. Ciò evidenzia come il minor consumo di materie prime, riscontrato nel sud Italia per effetto di un’economia più debole, non rappresenti un vantaggio netto a livello ambientale. L’indice di sostenibilità, infatti, dipende da fattori di pressione ma anche da fattori di efficienza e di risposta che, tendenzialmente, crescono al crescere delle performance di sviluppo economico.
La macroarea del centro è l’unica che registra risultati migliori della media nazionale in tutte e tre le categorie degli indicatori (pressione, efficienza, risposta). Il risultato delle Marche, nonostante la regione si sia classificata come seconda, è migliore di quello medio dell’Italia in venti indicatori su venticinque. Nel complesso, sei indicatori riguardano l’impatto sull’uso delle risorse, altri sei riguardano l’efficienza nell’uso delle stesse, mentre gli ultimi tredici sono legati alle azioni di mitigazione.
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L’andamento della transizione ecologica sulla base dell’indice di circolarità
“Dalla nostra ricerca esce un’immagine dell’Italia della transizione ecologica a chiaroscuri, con regioni all’avanguardia della conversione green e altre che arrancano. Serve uno scatto in avanti che coinvolga tutti i territori: solo così potremo essere al centro del Green Deal che non solo è indispensabile per fronteggiare la crisi climatica, ma è una grande occasione di innovazione tecnologica e competitività economica”, ha commentato Roberto Della Seta, direttore del festival.
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