Ultimo aggiornamento il 23 ottobre 2019 alle 16.20
E’ cominciata questa mattina la discussione in Aula al Senato sull’emendamento al decreto legge, approvato ieri dalle commissioni riunite X e XI, sulle crisi aziendali che prevede la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste). L’emendamento, come prescritto dalla direttiva Ue, dà alle Regioni la possibilità di rilasciare autorizzazioni ‘caso per caso’ sulla base di criteri ben definiti.
Il commento del Circular economy network
Questo “è un primo importante passo per il settore del riciclo e per l’economia circolare, poiché consente il recupero di una parte importante di materia e nello stesso tempo evita la necessità di conferire rifiuti in discarica o negli inceneritori”, commenta in una nota stampa Edo Ronchi, presidente del Circular economy network, la rete di imprese e organizzazioni di impresa che promuove lo sviluppo dell’economia circolare in Italia. Il punto, prosegue Ronchi, “è che i materiali riciclabili sono in continua evoluzione: nessuno 20 anni fa, ad esempio, avrebbe potuto immaginare che i pannolini usati potessero diventare materia prima per altre attività perché la tecnologia non lo permetteva”.
La norma, commenta la nota, “pone fine ad una situazione che aveva messo in grave difficoltà il settore del riciclo” e ribalta la decisione della sentenza del Consiglio di Stato n. 1229/2018 e la norma introdotta con la legge “Sblocca cantieri” (Legge 55 del 2019, n. 55 di conversione con modificazioni del DL 18 aprile 2019, n. 32), che impedivano alle Regioni di concedere nuove autorizzazioni e rinnovare quelle in scadenza.
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La novità risponde positivamente alla proposta avanzata lo scorso 25 luglio a governo e Parlamento dai rappresentanti delle aziende e degli operatori che si occupano delle attività di riciclo e recupero dei rifiuti: “E’ stata accolta anche la nostra proposta di provvedere con urgenza intervenendo nel disegno di legge di conversione del decreto sulle crisi aziendali”, commentano i 56 firmatari in una nota stampa. Ora bisognerà porre attenzione alle “norme sui controlli”, concludono, “l’emendamento aggiunge a quelli esistenti ulteriori controlli a campione sulla conformità delle modalità gestionali e operative degli impianti di riciclo, attraverso un meccanismo farraginoso e molto complesso. I controlli ambientali sono naturalmente necessari, ma qui siamo di fronte a un sistema che si aggiunge a quello ordinario, di difficile attuazione e di dubbia efficacia, che rischia di complicare le attività di riciclo e di produrre incertezze sulle autorizzazioni rilasciate”.
Il commento di Fise Assoambiente e Utilitalia
“Il Ddl Crisi Aziendali riavvia, grazie ad un emendamento approvato lo scorso 21 ottobre in Senato, le autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei e fa salve le autorizzazioni esistenti ma al contempo introduce la possibilità di controlli discrezionali a campione e con tempi di ritorno del giudizio che potrebbero superare i 325 giorni”.
Questo il commento congiunto in una nota stampa di Fise Assoambiente e Utilitalia che avvertono: l’emendamento “introduce una procedura caotica sui controlli ex post sulle autorizzazioni”.
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