La Confederazione europea del lino e della canapa (Celc) ha pubblicato di recente i primi risultati di uno studio sul ciclo di vita del lino europeo, portato avanti secondo il nuovo metodo relativo all’Impronta ambientale dei prodotti – Pef (Product environmental footprint), introdotto dall’Unione europea. In questo modo, la Confederazione è stata la prima filiera agroindustriale tessile a misurare i propri impatti ambientali e a fornire dei dati che permettono di calcolare l’impatto dei prodotti composti di fibre di lino europeo.
Il metodo Pef per l’Analisi del ciclo di vita
Il metodo Pef misura la prestazione ambientale dei prodotti e si basa sull’analisi del loro ciclo di vita (Lca – Life cycle analysis). Il metodo, creato dalla Commissione Europea per armonizzare il modo in cui viene calcolato l’impatto ambientale dei beni di consumo e per renderlo più affidabile durante tutto il loro ciclo di vita, è riconosciuto dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri.
L’obiettivo dello studio
Lo scopo è riuscire a dare un quadro di riferimento preciso per svolgere una valutazione ambientale dei prodotti, che si possa riprodurre e comparare. Per poter avere un punteggio unico, il Pef si basa su 16 categorie di impatto ambientale, tra cui: l’esaurimento delle risorse, il cambiamento climatico, l’acidificazione, il consumo idrico e l’eco-tossicità delle acque dolci.
La fibra di lino dell’Europa occidentale (European flax®) costituisce l’80% della produzione mondiale. I metodi di produzione della filiera sono tutti basati su un ridotto impatto ambientale incentrato su: l’assenza di Ogm, una coltivazione a rotazione, assenza di defoglianti e irrigazione. Inoltre, il lino viene ottenuto attraverso la stigliatura, ovvero un’estrazione meccanica al 100%, che non produce alcun rifiuto e valorizza la pianta nel suo complesso.
Lo studio include anche: le fasi di crescita e di macerazione, compresa la distruzione della coltura intermedia precedente, la semina, la protezione delle colture, la trazione, la tornitura e la rullatura; il trasporto dal campo alla stigliatura e, quest’ultima insieme all’estrazione della fibra e dei co-prodotti.
Tutti gli impatti ambientali analizzati
In particolare, due categorie si distinguono per il basso impatto: l’uso di acqua, che contribuisce per meno del 2% al punteggio totale, grazie al fatto che il lino dell’Europa occidentale, a parte circostanze particolari, non richiede irrigazione. Infatti, grazie al clima di queste zone in cui viene coltivato, soprattutto Olanda, Belgio e Francia, il lino riceve l’acqua necessaria dalla pioggia e dalla rugiada.
L’impatto dell’eutrofizzazione e dell’acqua dolce rappresenta meno dell’1% dell’impatto del lino europeo®, in seguito all’uso moderato di fertilizzanti (fosforo) nella coltivazione del lino.
Invece, la categoria di impatto che contribuisce maggiormente al punteggio totale aggregato del “Long scutched european flax®” è l’uso del suolo, pari al 39% dell’impatto totale.
Questo è dovuto, da un lato, all’origine agricola e vegetale del lino, dall’altro agli impatti relativamente bassi della coltivazione e della stigliatura nelle altre categorie. L’Lca, la prima ad utilizzare la metodologia Pef, soddisfa tutti i suoi requisiti, raccogliendo tutti i dati sulle attività di coltivazione e stigliatura specifiche del lino europeo®, senza fare affidamento su dati secondari.
Come riportato nel grafico, il 92% degli impatti deriva dalla coltivazione del lino, il 7% dalla stigliatura e l’1% dal trasporto della paglia di lino (vicinanza tra campi e stigliatori). L’88% degli impatti si concentra in sette categorie fra cui il cambiamento climatico. Se raggruppati, gli altri sei impatti costituiscono soltanto il 12%, se presi singolarmente meno del 5%.
La qualità del dato finale ha ottenuto il punteggio di 1,6 che corrisponde a “molto buona” in una scala a cinque livelli che vanno da “ottima” a “mediocre”.
L’entità dei risultati
I risultati di questo studio permettono di misurare gli effetti delle pratiche di produzione responsabile della fibra di lino europeo a taglio lungo in termini di impatto ambientale. Anche se, questa Lca non è comparativa nel suo formato attuale, a causa della mancanza di dati Pef su altre fibre o prodotti e, anche perché spetta ai marchi e ai consumatori fare dei confronti.
Questi dati costituiscono gli elementi iniziali di un meccanismo che copre l’intero ciclo di vita del lino europeo. Ulteriori studi sulle fasi seguenti di pettinatura, filatura, tessitura, maglieria, fino al prodotto finale, aiuteranno a mappare ogni fase di lavorazione e a calcolare la Lca media dei prodotti semilavorati di lino in Europa.
Sono anche uno strumento strategico che può essere usato da aziende e marchi per calcolare il punteggio Pef dei loro prodotti usando dati specifici per la catena del valore del lino europeo.
Questo studio contribuirà comunque a stimolare la riflessione sull’evoluzione delle pratiche di settore, come: l’ottimizzazione della gestione delle colture intermedie, degli apporti di azoto, del controllo delle malerbe o della semplificazione del lavoro sul campo, nonché a valutare metodi alternativi per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, ad esempio il biocontrollo e il diserbo meccanico.
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