- Il nuovo impianto in fase di realizzazione a Imola consentirà di riciclare i componenti in fibra di carbonio che vengono utilizzati in molti settori, fra cui l’automotive.
- In media, produrre fibra riciclata richiede il 90 per cento di energia in meno rispetto alla produzione di quella vergine.
È cominciata a Imola la costruzione del primo impianto italiano per il riciclo della fibra di carbonio, grazie alla collaborazione fra Herambiente, l’Università di Bologna e la Curti S.p.A., che fornirà i macchinari necessari. La prima linea produttiva entrerà in funzione alla fine di quest’anno, stando a un comunicato del 27 febbraio, mentre la seconda diverrà operativa entro il 2024. Le operazioni vedranno il coinvolgimento di Aliplast, società del Gruppo Hera specializzata nella produzione di plastica riciclata.
La versatilità della fibra di carbonio
La fibra di carbonio verrà rigenerata a partire da un procedimento termico chiamato “pirogassificazione”. Al termine di una serie di ulteriori passaggi, si otterrà un materiale con caratteristiche pari al vergine che potrà essere impiegato nella costruzione di aerei, navi e auto, ma anche di protesi biomedicali o attrezzature sportive. Lo stabilimento imolese punterà molto sulla qualità del materiale, più che sulla quantità. Si stima infatti una capacità produttiva di circa 160 tonnellate l’anno per ciascuna linea.
La riduzione dell’impatto ambientale
In media, produrre fibra riciclata richiede il 90 per cento di energia in meno rispetto alla produzione di quella vergine. Inoltre, la specifica soluzione tecnologica per il recupero scelta da Herambiente ha un impatto in termini di LCA inferiore del 50 per cento rispetto alle comuni modalità di trattamento e smaltimento degli scarti di fibra di carbonio. Un progetto innovativo, che ha ottenuto un finanziamento europeo da oltre due milioni di euro nell’ambito del PNRR.
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