Per raggiungere gli obiettivi sugli imballaggi della Strategia per la plastica adottata dalla Commissione europea, che nel 2018 ha fatto salire i target di riciclo al 50% entro il 2025 e al 55% entro il 2030, i paesi membri devono aumentare in modo netto la loro capacità di riciclo di questo materiale. E’ quanto emerge da un’analisi della Corte dei conti europea, presentata questa mattina durante una conferenza stampa online.
Plastica, necessarie azioni “significative”
In generale le ambizioni dell’UE per migliorare il riciclo della plastica impiegata nel settore del packaging, “riflettono la dimensione di grande sfida ambientale” legata all’approccio a questo materiale, ha sottolineato Samo Jareb, membro della Corte dei conti europea e responsabile dell’analisi chiudendo la conferenza stampa. “Con questo nuovo approccio – ha aggiunto – l’Unione europea ha l’opportunità di avere il vantaggio di agire per prima. E di rinforzare la sua posizione come leader globale nel riciclo degli imballaggi in plastica”. Tuttavia, viste le difficoltà e le carenze da superare, gli stati membri ”potrebbero non raggiungere i nuovi target fissati”. Per questo sono necessarie “azioni significative e concertate”. Per riuscire “a quasi raddoppiare la quantità di imballaggi in plastica riciclata entro il 2030”. Altro tema chiave è poi la necessità “di affrontare in modo mirato i crimini ambientali legati alla gestione dei rifiuti in plastica, che sono in aumento”. Una questione importante che “mette a rischio salute e ambiente”.
Packaging rappresenta il 61% dei rifiuti in plastica dell’UE
Una questione cruciale, dunque, quella del riciclo dei rifiuti in plastica (soprattutto legati al packaging), su cui l’UE deve dare una decisa accelerata. “Come tutti sappiamo – ha spiegato Jareb – la produzione e la domanda globale di plastica sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni. Nello specifico il settore con il più alto impiego di questo materiale nell’Unione Europea è il packaging. Che rappresenta il 40% della produzione plastica e circa il 61% di tutti i rifiuti di plastica generati in UE. A ciò si aggiunge il fatto che solo circa 1/3 di tali rifiuti è stato riciclato”.
Rendicontazione dei dati, una questione chiave
Per ovviare alle carenze del proprio quadro per i rifiuti di imballaggio l’UE ha messo in campo una serie di iniziative nel corso degli ultimi anni. Tra le tante misure adottate c’è anche l’introduzione di criteri più rigidi per il calcolo dei tassi di riciclaggio, contenuta nella modifica alla Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Nello specifico se da un lato l’applicazione della Direttiva è considerata in linea di massima soddisfacente. Dall’altro la Corte dei conti UE rileva come le attuali cifre relative ai tassi di riciclo comunicate dai paesi membri siano lungi dall’essere precise o confrontabili tra uno stato membro e l’altro.
Fattori che influenzano la disomogeneità dei dati
“Ogni anno – si legge nella relazione della Corte dei conti UE – gli Stati membri comunicano alla Commissione i tassi di riciclaggio degli imballaggi di plastica. Il tutto come percentuale del totale di imballaggi di plastica immessi sul mercato. I più recenti dati disponibili comunicati in merito ai tassi di riciclaggio degli imballaggi di plastica, variano sensibilmente. Si va dal 23,5 % di Malta al 74,2 % della Lituania. La media UE si attesta al 41,9 %. Gli Stati membri misurano la quantità di plastica di cui si comunica il riciclaggio in punti diversi del processo di raccolta-cernita-riciclaggio. Questo fatto, insieme a stime imprecise degli imballaggi di plastica immessi sul mercato, può influire sul tasso di riciclaggio comunicato”.
Con le nuove norme correzione al ribasso nei tassi di riciclo comunicati
Questa situazione con i criteri più stringenti introdotti è destinata a diventare ancora più critica secondo la Corte dei conti UE. “Con la modifica del 2018 della direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio – si legge nel documento – sono stati introdotti requisiti più rigorosi per il calcolo dei tassi di riciclaggio. In particolare, è stato armonizzato il punto di misurazione delle quantità riciclate. Per produrre dati più accurati e comparabili. Sono stati introdotti anche requisiti supplementari per la verifica dei dati comunicati rispetto ad altre serie di dati e per la presentazione di relazioni sul controllo della qualità dei dati. (…) Secondo le previsioni di Plastics Europe, il tasso di riciclaggio degli imballaggi di plastica dell’UE potrebbe diminuire. Passando dal 42 % (tasso comunicato attualmente) al 29 % circa”.
Rifiuti in plastica, sono il 23% del totale dei rifiuti trasportati in modo illegale
Altra questione cruciale è quella della gestione illecita dei rifiuti in plastica, definita da Jareb “un reato grave e complesso“. “Nel 2011 Impel, la rete UE delle autorità ambientali per l’attuazione e il rispetto del diritto dell’ambiente – spiega la relazione – ha stimato che i rifiuti oggetto di traffico illegale ammontano a circa il 20 % di tutte le spedizioni di rifiuti effettuate nell’UE 66. Nel 2009 l’Organizzazione mondiale delle dogane ha lanciato l’operazione Demeter, un’iniziativa congiunta globale diretta contro le spedizioni illegali di rifiuti, che è stata ripetuta diverse volte. I recenti risultati dell’operazione Demeter confermano che i rifiuti di plastica costituiscono (accanto ai Raee) uno dei principali tipi di spedizioni illegali di rifiuti, e ammontano al 23 % circa del totale delle merci sequestrate”.
L’impatto del Covid
Tra i temi affrontati nel corso della conferenza anche l’impatto del Covid sul riciclo degli imballaggi in plastica. Gli effetti sono stati in particolare due. Da un lato, ha spiegato Jareb, l’uso della plastica monouso è tornato a essere “un po’ più frequente di prima”. E molte mascherine e guanti vengono dispersi nell’ambiente. Dall’altro la pandemia, con il lockdown, ha impattato sulla capacità riciclo di questi materiali. Per questo ora “è ancora più importante per l’Europa fare passi in avanti nell’aumentare la sua capacità di riciclo del packaging della plastica. E migliorare i sistemi di raccolta dei rifiuti da riciclare”.
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