Un Libro bianco, definito da Andrea Fluttero, presidente di Erion compliance organization, come “Un regalo rivolto ai politici affinché ne tengano conto nella loro attività”, che presenta 32 proposte puntuali di natura organizzativa e normativa, completamente condivise dagli attori della filiera del Sistema Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), che comprende produttori, distributori, aziende di igiene urbana e impianti di trattamento.
Oggi, queste proposte, in occasione del convegno organizzato da Erion “Economia circolare – l’importanza strategica dei Raee”, sono state rivolte alle Istituzioni, Governo e Parlamento, affinché possano agevolare e favorire l’evoluzione di un settore importante, ma che necessita di risposte concrete.
Fluttero ha precisato: “Oggi presentiamo non un elenco, ma offriamo un dono alla politica e alla collettività nazionale, con cui consigliamo delle modifiche che trovano l’accordo di tutti i protagonisti della filiera. Tra le proposte, i 32 punti vertono su: la semplificazione delle modalità di gestione dei Raee; la possibilità di valutare che i piccoli Raee vengano raccolti dalla Gdo e non solo dalla raccolta specializzata; chiediamo esportazioni che siano legali, che invece spesso sfuggono alle filiere nazionali; altresì che venga riattivato il Comitato di sorveglianza e controllo dei Raee non più attivo e infine, una maggiore comunicazione ai cittadini”.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è intervenuto affermando che tre sono i pilastri per attuare la decarbonizzazione:“Riuscire a produrre una maggiore quota di rinnovabili, cercare di recuperare lo stato di salute dell’ambiente, che va tenuto in equilibrio e decarbonizzare indirettamente risparmiando e prolungando la vita dei nostri prodotti. Abbiamo lanciato un bando per 1,6 miliardi di euro per riciclare le materie organiche e inorganiche e fatto un grande investimento sull’acqua che va preservata. Circolarità significa avere una strategia seria sul riciclo e inserire nel Lca (Life cycle assessment) il fatto di dare una seconda vita ai prodotti della tecnologia moderna, che devono essere smontati e recuperati. All’Italia, nonostante sia un’eccellenza, ancora tanto rimane da fare. Ad esempio potremmo usare i polimeri naturali e non più derivanti dal petrolio, ma biodegradabili, si pensi all’impatto positivo che ciò avrebbe nell’ambiente”.
Oggi più che mai, in un contesto di instabilità politica globale, si rende necessario recuperare le materie prime di cui siamo carenti. Pertanto, intervenire sui Raee non è solo funzionale all’economia circolare, ma anche sotto un profilo strategico di approvvigionamento di materie prime. Si stima che, dal riciclo di mille tonnellate di rifiuti elettronici domestici, si possono ricavare circa 900 tonnellate di materie prime seconde.
Lo stato di salute dei Raee
Tutti gli attori della filiera dei rifiuti elettronici valutano positivamente lo stato di salute dei Raee e le pratiche di riciclo e smaltimento che, anche a livello europeo, vengono considerate una best practice. Questa è frutto di una collaborazione che dura da 15 anni, protesa a trovare delle soluzioni per far crescere il sistema nel suo complesso.“Certamente, essendo un sistema maturo e giunto a saturazione, ha affermato Filippo Brandolini, vice presidente vicario Utilitalia, necessita di essere innovato, anche perché dove ci sono livelli industriali più maturi è più elevata la raccolta dei Raee”.
Questa in Italia è stata una rivoluzione epocale, infatti come ha dichiarato Marco Imparato, direttore generale Applia Italia: “Le aziende hanno eseguito in modo olistico questa modalità di economia circolare. L’industria lo fa perché ci crede, cito un dato: oggi i nostri prodotti sono recuperabili per più del 95% per quanto riguarda gli elettrodomestici”.
Ma che fine fa il restante 5%? A questo proposito, Giuseppe Piardi, presidente Assoraee, ha sottolineato che: “Gli impianti di trattamento italiani sono qualitativamente superiori a quelli europei, abbiamo un’aderenza alle norme totale e mi dispiace che ci si accorga dell’importanza dei Raee solo oggi, con la guerra. Ci sono impianti Raee adeguati alla raccolta e altri meno, ma il problema è che mancano quelli per il restante 5%. La politica deve prestare attenzione a ciò che succede in Europa: sul 5% dei rifiuti che va all’estero abbiamo una burocrazia assurda, abbiamo bisogno che si snelliscano le norme e si aiutino le aziende a stare sul mercato. Il Sistema Raee necessita di volumi costanti e certi, invece ci sono delle perdite ed esiste un sistema parallelo. Inoltre, la produzione di norme è enorme e conviviamo con una sovrapproduzione di enti. Non è etico che noi imprenditori investiamo decine di milioni di euro e ci dobbiamo confrontare quotidianamente con un sistema che non fornisce regole chiare. L’industria dei Raee ha necessità di avere volumi stabili, professionalità e norme semplici e chiare”.
Le proposte per il futuro: come incrementare la raccolta
Per quanto l’Italia sia un’eccellenza nella raccolta dei Raee, bisogna comunque incrementarne l’efficiacia, infatti siamo in ritardo rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione europea: 65% dell’immesso sul mercato, pari a più di 10 kg/abitante, mentre oggi siamo a poco più di 6 kg.
Secondo Giorgio Arienti, direttore generale Erion Weee: ”Fondamentale è facilitare i servizi di ritiro da parte dei distributori, inoltre bisogna moltiplicare la possibilità per i cittadini di consegnare i Raee, ad esempio al supermercato di prossimità. Anche educare, far crescere la consapevolezza dei cittadini e sensibilizzare è un fattore importante per far decollare la raccolta. Infine, altro tema caro a tutta la filiera è quello di andare a caccia dei flussi paralleli e illegali, che lo Stato deve assolutamente scovare, infatti ogni volta che i prezzi della materie prime vanno alle stelle, i Raee spariscono. Dunque, è importante che venga a breve sostituita la Commissione di sorveglianza dimissionaria”.
Sviluppare centri di raccolta e micro-raccolta
Tra le soluzioni proposte per incrementare la raccolta dei Raee non manca quella di sviluppare centri di raccolta e micro-raccolta, per far sì che non finiscano nell’indifferenziata. Importante è anche che le imprese organizzino dei sistemi di recupero industriale anche nelle zone dove si fa meno o non esistono strutture.
Tutte le soluzioni a costo zero
Altre soluzioni da implementare nell’immediato a costo zero sono: il contrasto al free riding, avviando controlli sistematici su coloro che immettono Raee sul mercato senza essere iscritti al Registro dei Produttori. Necessario è anche coinvolgere i venditori on-line, per consentire l’emersione delle attività che finora si sono sottratte al sistema di finanziamento della gestione dei Raee. Da non escludere, la preparazione al riutilizzo: il ricondizionamento va fatto in modo che questi prodotti abbiano le stesse performance di quelli originali.
Le iniziative politiche su come migliorare la filiera dei Raee
Il senatore della Lega Paolo Arrigoni, ha affermato: “Bisogna mettere insieme queste proposte e mettere in pratica l’economia circolare che è una strada obbligata e serve a tutelare l’industria e l’ambiente. Avevo sottoposto un’indagine conoscitiva per dare resilienza al sistema energetico: la filiera dei materiali e delle terre rare deve essere sostenuta, soprattutto dopo la pandemia e, ora più che mai con la guerra. I Raee sono certamente una risorsa”.
L’on. del PD Chiara Braga ha dimostrato tutto il suo sostegno e quindi la volontà di fare in modo che sul tema di controllo dei rifiuti e sul sistema legale, si raccolga la richiesta di intervenire sui comportamenti illeciti, prestando molta attenzione e dando certezza e garanzia. Altra questione: fare in modo che anche le piattaforme online che sono escluse dal contributo, si adeguino. Per questo serve una regolazione efficace.
D’accordo anche l’on. Silvia Fregolent del PD e la senatrice Patty L’Abbate del M5S sul fatto che: il rifiuto sia oramai un elemento di sviluppo economico e vada completamente recuperato, nonché sul fatto che le piattaforme online sono una realtà economica e come tali devono essere trattate, altrimenti non si può parlare di concorrenza. È fondamentale avere una governance europea uniforme che gestisca il fenomeno dei flussi illeciti dei rifiuti. Purtroppo, anche la differenza di raccolta media pro-capite regionale rimane marcata, dunque bisogna fare in modo che aumenti nelle aree deficitarie attraverso la costruzione degli impianti e la corretta informazione ai cittadini.
Infine, la senatrice di Forza Italia, Alessandra Gallone, ha riportato quanto sia stato lungo e complicato fare in modo che passasse un emendamento da lei presentato sull’ampliamento per sei mesi, quindi durante il periodo di picco, dei magazzini di stoccaggio dei televisori, che hanno ovviamente avuto un’esplosione in seguito al bonus tv. “L’emendamento ad una norma nazionale è un passaggio ritenuto superfluo, dato che dovrebbe essere compito delle Regioni e delle Province intervenire su questi temi. Nell’immediato si può anche provvedere a fare una pubblicità progresso per sensibilizzare e informare i cittadini”.
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