La pandemia da Coronavirus ha effetti negativi, tra i tanti settori, anche sulla filiera del latte. A causa della situazione emergenziale in corso, infatti, i caseifici hanno registrato, tra le tante difficoltà, anche una riduzione del ritiro del siero da parte delle imprese che lo trasformano. Proprio per dare una destinazione a questo sottoprodotto alcune regioni hanno adottato dei provvedimenti per consentire l’invio del siero di latte agli impianti di biogas.
Le misure adottate in Lombardia
Il primo provvedimento con cui regione Lombardia autorizzava l’utilizzo del siero è il numero 3419 del 16 marzo. Nello specifico veniva autorizzata, con una deroga, attraverso una semplice comunicazione all’Ats competente l’invio del siero di latte, anche concentrato, presso gli impianti di biogas.
“Grazie a questa agevolazione, che consente un maggior uso di siero per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili – aveva commentato a metà marzo Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi – aumenta in modo significativo la produzione di latte in polvere a uso zootecnico. Con almeno 500 tonnellate al giorno di latte inviate a questa destinazione. Si tratta di un quantitativo importante in grado, insieme ad altre iniziative in corso, di evitare di buttare latte in eccesso in questo contesto di contrazione dei consumi”.
La regione ha poi modificato il decreto n. 3419 con il nuovo decreto dirigenziale n. 3471 del 24 marzo, che pone le indicazioni previste dal precedente decreto in linea con le previsioni di una una successiva nota emanata dal Ministero della salute. Nello specifico agli impianti di biogas che accettano il siero di latte viene data la possibilità di procedere ad un “riconoscimento condizionato”. In questo modo si consente di rendere più rapido e agile il processo di autorizzazione, anche tramite un rinvio dei sopralluoghi.
Analoghi provvedimenti in Piemonte e Veneto
Analoghi provvedimenti sono stati adottati in Piemonte e in Veneto. La misura, approvata in una delibera, come spiega l’assessore all’Innovazione di regione Piemonte, Matteo Marnati, può avere “un ritorno energetico fondamentale”. “Potremmo quindi continuare ad avere una sempre maggior produzione locale dell’energia pulita”, ha sottolineato.
In Veneto, invece, il decreto è il n. 31 del 16 marzo 2020 e la validità del provvedimento è fissata al 30 settembre, a differenza della Lombardia dove è fissata al 30 aprile.
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