Che l’economia circolare generi importanti benefici economici e ambientali, grazie al riciclo e al riuso delle risorse oltre che all’estensione della vita utile di beni e prodotti, lo abbiamo scritto tante volte. Quello che resta ancora poco definito è il risultato numerico di questi benefici. Lo studio “Circular Europe. Come gestire con successo la transizione da un mondo lineare a uno circolare”, promosso da fondazione Enel e The european house-Ambrosetti in collaborazione con Enel ed Enel x, prova a dare qualche cifra.
Economia circolare, i numeri su Pil e occupazione
Nel 2018, riporta la ricerca, l’economia circolare ha inciso positivamente per 300-380 miliardi di euro sul Pil; solo in Italia si parla di 27-29 mld di euro. In generale, ha creato 2,5 milioni di posti di lavoro, 200.000 a livello nazionale. Ogni lavoratore europeo ha beneficiato di oltre 570 euro e fino a 940, che per l’italiano si sono attestate a 560 euro.
Benefici a livello ambientale
A livello ambientale, se si pensa a rimpiazzare l’uso di materie prime come ferro, alluminio, zinco e piombo con materie prime seconde si risparmia fino al 73,5% di emissioni di gas a effetto serra ogni chilo di materiale prodotto. La penetrazione delle fonti rinnovabili riduce ancor di più queste emissioni per un totale di circa 72,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente in Europa e 6,3 in Italia.
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Il circular economy scoreboard
Tra i tanti propositi del rapporto c’è stato quello di fotografare lo stato dell’arte in tema di economia circolare nell’Unione europea, a fronte della situazione a macchia di leopardo registrata tra gli stati membri. Questo raffronto è stato possibile grazie all’elaborazione di un punteggio che misura il grado di circolarità di ogni paese. Il circular economy scoreboard è stato stilato tenendo conto di 23 metriche quantitative comparabili e 10 indicatori spalmati su arco temporale di cinque anni.
Ne è emerso che l’Italia e la Spagna, paesi sui quali si è concentrata l’attenzione della ricerca, dimostrano un livello di sviluppo medio-alto in tema di economia circolare. La Romania, altro paese di interesse, si colloca agli ultimi posti della classifica anche se ha registrato un netto miglioramento nel corso dell’ultimo quinquennio. Di contro, per la Spagna il progresso negli ultimi cinque anni è stato intermedio e per l’Italia lento.
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La survey ai business leader europei
A questa analisi si è aggiunta una survey rivolta a 300 business leader europei. La quasi totalità del campione (95%) ha dichiarato di guardare all’economia circolare come una scelta strategica per la propria azienda. D’altro canto, teme che la creazione di valore (43,6%) e la mancanza di competenze (35,9%) possano minare la forza del proprio paese nell’affrontare la sfida dell’economia circolare.
Le 10 aree di intervento per far decollare l’economia circolare in Ue
A discapito dei benefici ambientali ed economici appena elencati, il rapporto suggerisce dieci aree di intervento per stimolare il passaggio di tutti gli stati membri da un’economia lineare a una circolare:
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