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Far conoscere al grande pubblico i protagonisti del comparto green che operano nel nostro Paese. Realtà che sanno coniugare in modo efficace la tutela del pianeta con modelli economici solidi e capacità di creare posti di lavoro. E’ questo uno degli obiettivi dell’iniziativa “Green Heroes”, lanciata lo scorso 1 febbraio dal celebre attore Alessandro Gassmann che, ogni venerdì, promuoverà, sul suo seguitissimo account Twitter, aziende o singoli cittadini impegnati a portare avanti modelli di sviluppo sostenibile. Il progetto è partito in seguito all’incontro tra Gassmann e Annalisa Corrado, responsabile tecnica di Kyoto Club e di AzzeroCO2, e ha portato al coinvolgimento di un vero e proprio “green team” fatto di esperti del settore. Si tratta di personalità, operanti in diversi ambiti della green economy, che daranno vita a una collaborazione – completamente apartitica e fondata su basi scientifiche – legata alla competenza di Kyoto Club

Insieme ad Annalisa Corrado abbiamo approfondito alcuni aspetti del progetto.

Come è nato il progetto e quali obiettivi si pone?

Avevo notato che Alessandro Gassmann ultimamente twittava molto sui temi dell’ecologia.  Aveva addirittura scritto in un post che si sarebbe messo volentieri a disposizione di un progetto in grado di affrontare in modo chiaro e rigoroso questi temi. Così ho provato a contattarlo tramite i social. Da lì è poi nato un dialogo diretto in cui Gassmann ha detto di voler approfondire queste tematiche con persone autorevoli in materia. La sua idea era quella di basare il suo coinvolgimento su una forte base scientifica, per questo mi ha chiesto di coinvolgere delle persone autorevoli, legate a diversi settori di competenza. Da lì è nato quello che io chiamo il “green dream team”. Il primo incontro di questa “squadra” è avvenuto nella sede di Kyoto Club e lì c’è stato un momento di dialogo e di scambio di idee e di proposte. Gassmann in quell’occasione ci ha spiegato come secondo lui fosse assurdo che la green economy venisse considerata un tema di nicchia. Il concetto che ha sottolineato da subito è stato la volontà di fare luce su un mondo fatto di realtà e persone in grado di produrre futuro e posti di lavoro in modo sano. Un mondo che è già pronto, ma che invece non viene abbastanza conosciuto dai cittadini.

Dopo il primo contatto via social con Gassmann, il passo successivo è stato quello di incardinare l’iniziativa all’interno di un contesto scientifico. Kyoto Club è apparsa la realtà più interessante. Uno dei primi a rispondere al mio appello è stato proprio Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico di Kyoto Club. Grazie al supporto dell’organizzazione abbiamo organizzato il primo incontro di cui parlavo prima e abbiamo strutturato il progetto.

Come avviene la selezione dei “green heroes”?

Ognuna delle persone e delle associazioni di categoria che ho contattato in qualche modo rappresenta uno specifico mondo legato alla sostenibilità ambientale. C’erano rappresentanti del CoordinamentoFREE, di Legambiente, dell’associazione Chimica Verde bionet, giornalisti specializzati, solo per citare qualche esempio. Tutte queste associazioni hanno sempre promosso dei premi rivolti alle aziende e alle innovazioni in ambito green. Noi non vogliamo assurgere al ruolo di commissione giudicatrice che seleziona le diverse realtà con criteri troppo stretti. Semplicemente segnaliamo delle aziende che abbiamo intercettato nel corso della nostra vita professionale. L’idea è far scoprire al grande pubblico i vari settori in cui queste realtà operano. Siamo partiti dall’economia circolare, che ci sembra un ambito molto utile in questo momento, ma c’è anche il mondo dell’energia, dell’agricoltura, dell’edilizia, della tecnologia e della mobilità. Ci sarà poi spazio anche per le best practice e le cooperative. Vogliamo soprattutto cercare di tratteggiare un contesto molto positivo, vivo e dinamico. Il concetto alla base del progetto non è tanto quello di istituire un premio, quanto quello di far passare l’idea che la green economy esiste in ogni settore e rappresenta una scelta matura e possibile già ora.

Come evolverà l’iniziativa? Sfrutterà altri canali di comunicazione?

Diciamo che questo è il modo in cui abbiamo pensato di iniziare. Gli spunti a cui stiamo lavorando, però, sono tanti. Per il momento tutti i venerdì c’è l’appuntamento fisso sull’account Twitter di Alessandro Gassmann. Siamo contenti di vedere che anche alcuni suoi colleghi attori stanno prendendo a cuore l’iniziativa. La nostra speranza è che questa voce sia seguita il più possibile da altri con la stessa sensibilità.

In generale, quali sono le potenzialità del web 2.0 per promuovere tra i cittadini i temi legati alla tutela ambientale?

Credo che i social network e il web siano allo stesso tempo degli strumenti di comunicazione potentissimi, ma anche pericolosissimi. Tuttavia le possibilità che offrono sono sicuramente molto interessanti. In generale la difficoltà degli ecologisti in Italia, e forse nel mondo, è legata al fatto che noi non riusciamo a “bucare la nostra bolla”. Ci conosciamo tra di noi, ma facciamo fatica a uscire da un certo giro sui social network. In questo senso poter collaborare con una figura come quella di Alessandro Gassmann, dirompente e trasversale a livello comunicativo, per noi è un’occasione importante per veicolare anche sui social e sul web un messaggio che forse non riuscirebbe a raggiungere da solo il grande pubblico.

Chimica Verde, una delle realtà coinvolte

Tra le realtà scientifiche coinvolte nel progetto anche l’associazione Chimica Verde – Bionet. Insieme alla presidente, Sofia Mannelli, abbiamo commentato la partecipazione all’iniziativa. 

Qual è l’importanza di un’iniziativa di questo tipo?

Chimica Verde Apre A PratoDall’incontro con Gassmann nella sede di Kyoto Club, era emerso come l’iniziativa andasse al di là di un semplice progetto per promuovere la sostenibilità ambientale. Il discorso doveva essere più profondo. Bisognava mostrare le tante realtà imprenditoriali sconosciute che, sulla base della bioeconomia, sono state capaci di costruire non solo progetti di ricerca, ma anche  aziende che danno lavoro. Si tratta di realtà che producono reddito e che sono inserite nel territorio. Il nome del progetto è infatti “Produrre futuro”. Gli eroi green sono quelli che producono futuro, in quanto creano lavoro sui territori realizzando prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale, economico e sociale. La sostenibilità ha tre assi principali: quello ambientale, quello economico e quello sociale. Questo progetto vuole far comprendere l’importanza della coesistenza di questi tre elementi. 

Quali sono a suo avviso i punti di forza dei social network?

I social network sono lo strumento su cui circolano le idee. Il mondo dialoga su queste piattaforme. Sono strumenti immediati e vicinissimi alla gente che permettono una comunicazione efficace e rapida.

Qual è l’importanza del coinvolgimento di realtà scientifiche e rigorose nel progetto?

E’ un elemento molto importante, anche in un’ottica di lotta alle fake news. Questo progetto vede l’unione di più componenti: la parte scientifica e la parte culturale, legata a persone che amano il proprio Paese e mettono in sinergia le loro competenze per promuovere quest’iniziativa virtuosa. Questi green heroes sono quasi tutti pionieri, piccole e medie imprese locali che lavorano sul territorio e hanno creato delle cose meravigliose.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.