Nella giornata del riciclo è utile fare i conti su cosa e come sta funzionando la filiera. Così mentre una parte del comparto imballaggi plaude o critica la Direttiva in questione un altro parte della filiera domanda maggiore chiarezza nello smaltimento veicoli a fine vita.
Imballaggi il sì di alcuni comparti
“La Giornata del riciclo 2024 è il giusto momento per evidenziare i risultati della filiera della carta e della sua trasformazione che ha raggiunto e oltrepassato l’85% di riciclo nell’imballaggio in carta, ed evidenziare che l’accordo sulla revisione della direttiva imballaggi (PPWR) – raggiunto il 15 marzo scorso dai rappresentanti dei 27 Stati membri della UE (COREPER) che a conclusione della fase dei triloghi, passa ora all’approvazione finale prima da parte della plenaria del Parlamento e successivamente del Consiglio dell’Unione europea– riconosce l’economia circolare e il riciclo essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal” afferma Michele Bianchi, Presidente della Federazione Carta e Grafica.
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Plauso anche da Assobioplastiche, che sottolinea come le bioplastiche compostabili “possono essere esentate dai divieti che colpiscono il packaging monouso in plastica, ad es. quello per ortofrutta e per il settore HORECA” come spiega Luca Bianconi, presidente dell’Associazione. “Grazie alla nuova normativa – conclude Bianconi – le applicazioni compostabili come shopper, sacchetti ortofrutta, capsule per bevande, piatti, bicchieri, vassoi, retine, potranno dispiegare tutte le loro potenzialità. Contribuiranno così ad aumentare la quantità e la qualità dell’umido domestico in tutta Europa, la cui raccolta proprio quest’anno è divenuta obbligatoria in tutta l’UE”.
Definizione di alta qualità e importante la specifica tra riciclo e riuso
L’intesa finale che supera la contrapposizione tra riciclo e riuso introducendo la deroga generale (di cinque anni) dal riutilizzo per lo Stato membro che dimostra di superare di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2025 ed esenta il cartone dagli obiettivi di riutilizzo per gli imballaggi per il trasporto B2C (incluso il commercio elettronico) e B2B, per i grandi elettrodomestici, per il cibo d’asporto, per le bevande come il latte e le altre deperibili.
Positiva l’introduzione di una definizione di riciclo di alta qualità “che include l’applicazione nell’imballaggio ma anche le altre applicazioni e la definizione di imballaggio composito che esclude componenti plastici al di sotto del 5% del peso totale, oltre agli altri trattamenti necessari per migliorare la protezione degli alimenti” come sottolinea Lorenzo Poli presidente di Assocarta.
I numeri positivi del riuso della carta
Nella filiera rappresentata dalla Federazione Assocarta “il tasso di utilizzo delle fibre secondarie ha segnato un +5% totalizzando il 67% sul totale delle fibre utilizzate dal settore” come rimarca in una nota Lorenzo Poli presidente dell’Associazione.
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Riciclo del vetro, promossi ma troppi gli errori
L’Italia per quanto virtuosa nel recupero del vetro, in quanto ha già raggiunto con 10 anni di anticipo il target di tasso riciclo fissato dall’Europa per il 2030, ha una scarsa competenza in termini di riciclo di qualità per questa materia. Difatti stando ad uno studio commissionato da CoReVe, il Consorzio per Recupero del Vetro, e condotto da AstraRicerche su un campione di circa 1500 persone, il 9,1% degli italiani ammette di non essere sufficientemente abile nel riciclare il vetro. Una percentuale che raddoppia tra i giovani, arrivando al 18%.
Tra gli errori più comuni:
inserimento di bicchieri (71%), di vetri delle finestre (42,9%), del cristallo (22,9%).
Non solo: lenti per occhiali, lampadine e tazze e tazzine è quanto viene conferito sbagliando nella raccolta vetro. Nel sud il conferimento peggiore. “Solo 4 italiani su 10 non buttano il cristallo o le pirofile in borosilicato nel vetro perché sono certi sia sbagliato. Si tratta di un dato emblematico di quanto lavoro si debba ancora fare per aumentare conoscenza e consapevolezza in fatto di riciclo del vetro che è uno dei materiali più nobili di cui disponiamo, riciclabile all’infinito” – conclude Gianni Scotti, Presidente di Coreve.
Riciclo di lampadine e piccoli RAEE i dati di Ecolamp
Nel 2023 sono 2.599 le tonnellate di Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) raccolte e smaltite dal consorzio Ecolamp. Di queste il 52% appartiene alla categoria delle sorgenti luminose esauste (R5) e il 48% è rappresentato da piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici giunti a fine vita (R4).
Proprio i pannelli fotovoltaici rappresentano la categoria più significativa e destinata a crescere ulteriormente con oltre 100 tonnellate raccolte.
1.349 tonnellate le sorgenti luminose avviate al riciclo tra tubi fluorescenti e a LED e lampadine esauste.
- Il 32% è stato conferito da installatori e manutentori, attraverso i servizi volontari di raccolta che da sempre Ecolamp mette a disposizione del canale professionale.
- Il 68% proviene dai centri di raccolta comunali e dai luoghi di raggruppamento della distribuzione dedicati ai conferimenti dei privati cittadini.
“Nonostante il dato complessivo mostri un leggero calo della raccolta a livello nazionale – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – ci sono diversi indicatori che attestano la qualità del lavoro svolto. In particolare, abbiamo visto una crescita della raccolta per quanto concerne il comparto R4, in cui lo smaltimento attraverso i servizi Ecolamp sul territorio nazionale rivolti ai professionisti è più che triplicato. La flessione dei quantitativi conferiti presso le isole ecologiche evidenzia la necessità per tutto il settore di trovare nuove e più efficaci strategie di raccolta e l’importanza di fare comunicazione e informazione. Giornate mondiali e ricorrenze come quella di oggi devono ricordare a filiere produttive, professionisti e consumatori l’importanza del riciclo e della corretta gestione dei rifiuti.”
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