Nel 2023 in Finlandia il riciclaggio dei tessili diventerà obbligatorio. Il Paese è all’avanguardia sul tema della sostenibilità, sta rivoluzionando i modelli di business a favore della sostenibilità e di materiali ecocompatibili. Canale energia intervista Marika Ollaranta, responsabile del programma Bio and circular Finland di Business Finland, organizzazione governativa finlandese che promuove finanziamenti e investimenti sull’innovazione.
Dott.ssa Ollaranta, l’industria del tessile è una delle più inquinanti al mondo. Quali materiali e modelli di business volete promuovere per favorirne uno sviluppo più sostenibile?
I materiali dovrebbero essere coltivati/fabbricati in modo ecologico e dovrebbero essere riciclabili per essere rimessi in circolo. Per materiali coltivati nel rispetto dell’ambiente intendiamo coltivati senza alcuna sostanza chimica dannosa. La Finlandia crede molto nelle fibre tessili a base di cellulosa e nel riciclaggio di materiali esistenti, come il cotone. Ci sono segni che i modelli di business di noleggio stiano arrivando nell’area tessile b2b, ma anche nella parte di business dei consumatori. Anche il mercato secondario dei capi usati ha un enorme potenziale. Le persone usano solo un terzo del loro guardaroba, quindi assicurare una vita più lunga ai vestiti è anche una soluzione per ridurre l’impatto ambientale.
L’elevato consumo di acqua e additivi chimici sono sotto la lente d’ingrandimento delle minacce per l’ambiente. Esistono alternative convenienti che consentono di consumare meno acqua e usare additivi di natura biologica?
Come menzionato nella risposta precedente, la soluzione più importante è quella di far circolare i tessili esistenti e sfruttare tutto il potenziale dei materiali esistenti. Ora solo il 25% dei tessili usati viene riciclato per altri scopi e solo l’1% viene utilizzato per l’abbigliamento. Un’altra soluzione è sostituire l’uso del cotone con materiali alternativi come la fibra tessile a base di cellulose, per esempio. Quest’ultima ha infatti un’impronta H2O notevolmente più bassa e poiché le foreste crescono naturalmente in Finlandia, non hanno bisogno di essere irrigate o fertilizzate.
A quanto ammontano i rifiuti tessili in Finlandia e come vengono trattati? Riuscite a recuperarne una parte?
L’ultima cifra riguardante la quantità di rifiuti tessili è del 2012, quando era di 70 milioni di chili in totale. Il ministero dell’Ambiente finlandese sta valutando le ultime cifre, che saranno pubblicate questa primavera. Quest’estate, un progetto di riciclaggio tessile chiamato Telaketju inizierà nella zona di Turku, concentrandosi sui rifiuti tessili dei consumatori. Altri progetti di riciclaggio sono in fase pilota al momento. Il riciclaggio dei tessili diventerà obbligatorio in Finlandia nel 2023.
Esiste in Finlandia un mercato di materie prime seconde del tessile? Riuscite a esportare questo tipo di prodotti?
Questi tipi di materiali sono usati per esempio negli isolamenti, nei mobili e nei tessuti. Al momento stiamo finanziando progetti di innovazione legati a questo tema.
Quanto conta per i consumatori sapere che la produzione del capo d’abbigliamento ha avuto un impatto ambientale significativo?
Durante la Covid-19 la gente ha compreso che può consumare meno. La generazione più giovane è pronta a pagare di più se il tessuto è prodotto in modo ecologico. Anche gli aspetti sociali sono importanti. Tuttavia, la sostenibilità è ancora un aspetto molto impegnativo da valutare dal punto di vista del consumatore, specialmente quando si considera l’intera catena del valore.
In Finlandia si può parlare di industria tessile del futuro. Di seguito alcune immagine delle soluzioni più innovative: materiali di ultima generazione, un rivestimento anti-virus e un hub nordico di prossima apertura dedicato al riciclo.
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