Fanghi di depurazione di qualità per l’utilizzo in agricoltura

Lo studio di Utilitalia

I fanghi di depurazione potranno contribuire all’attuazione della strategia nazionale per l’economia circolare grazie al recupero di nutrienti, materia ed energia. Favorendo il recupero di materie prime critiche come il fosforo, riducendo la dipendenza da Paesi terzi per l’approvvigionamento dei fertilizzanti. A queste conclusioni giunge lo studio pubblicato da Utilitalia, presentato a Roma il 2 aprile. Dai risultati emerge che la quasi totalità dei fanghi prodotti ha evidenziato la matrice organica naturale con presenza di car­bonio organico superiore al 33% nel 50% nei campioni analizzati.

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Fanghi di depurazione: buona qualità per l’agricoltura

Il documento si basa su un campione di 624 impianti di depurazione gestiti da 61 imprese, per una potenzialità di trattamento di circa 47 milioni di abitanti equivalenti. L’analisi rileva che i fanghi di depurazione delle acque reflue urbane sono di buona qualità e rispettano ampiamente i parametri di legge, anche quanto riguarda l’utilizzo in agricoltura. Le concentrazioni di azoto e fosforo evidenziano, in particolare, l’utilità del recupero per le attività agricole “con abbondante copertura delle ne­cessità colturali dei due elementi fertilizzanti” evidenzia lo studio.

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Considerando le concentrazioni dei due elementi nei fanghi e gli apporti massimi previsti dalla vigente normativa, in un triennio si apporterebbero al terreno quantità di azoto e fosforo tali da garantire le necessità medie delle colture agricole. Inoltre, dai fanghi è possibile recuperare energia ed efficientare ulteriormente il recupero di fosforo con l’incenerimento: “La termovalorizzazione svolge anche per i fanghi di depurazione un ruolo fondamentale quale alternativa alla discarica, come peraltro già avviene in altri paesi europei”. A questo proposito, in Italia sono in corso di sviluppo vari progetti di impianti di termovalorizzazione che puntano a garantire la massima flessibilità nella loro gestione.

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7 proposte di Utilitalia: fanghi e principi di economia circolare

Dei fanghi avviati a recupero l’utilizzo in agricoltura resta l’opzione prevalente. Più in generale, la produzione di rifiuti dalla depurazione delle acque reflue urbane è pari a circa 3,2 milioni di tonnellate, con una produzione annuale media per impianto intorno alle 180 tonnellate.  Oltre la metà dei fanghi urbani prodotti è avviata ad operazioni di smaltimento. Dai dati disponibili, si rileva una crescita negli anni della quota gestita da impianti di trattamento biologico della frazione organica (+49,8% tra il 2015 e il 2023). Solo con riferimento al 2023, il quantitativo è pari a 1,2 milioni di tonnellate, di cui il 50% è costituito da fanghi di depurazione delle acque reflue urbane.

A conclusione dello studio, Utilitalia avanza sette proposte di buona policy:

  1. Revisione e l’aggiornamento della legislazione nazionale di riferimento, in particolare del D.lgs 99/92, e di quella comunitaria (Direttiva 86/278/CEE) al fine di adeguare la gestione dei fanghi ai principi dell’economia circolare e della gerarchia dei rifiuti, “creando una base normativa solida sulla quale impostare la pianificazione della gestione dei fanghi prodotti a livello nazionale”.
  2. Individuazione della qualità dei fanghi attraverso un approccio scientifico e basato sull’analisi di rischio.
  3. Ricerca di metodiche analitiche per l’identificazione dei microinquinanti emergenti.
  4. Istituzione di un tavolo permanente presso il Mase finalizzato alla condivisione delle conoscenze e degli studi innovativi tra istituzioni, enti di ricerca, gestori e stakeholders.
  5. Semplificazione normativa finalizzata alla creazione di hub di trattamento dei fanghi per favorire la sostenibilità industriale dei processi di recupero energetico e di materia.
  6. Introduzione di norme end of waste per i rifiuti, attuabili anche dai gestori negli impianti di depurazione delle acque reflue, e regole per l’individuazione dei sottoprodotti derivanti dai processi di recupero di materia dai fanghi.
  7. Inserimento dei fanghi nelle categorie di materiali costituenti (Cmc) individuate nel Reg. (UE)/2019/1009 inerente alle norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti.

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