Sono in arrivo i primi chiarimenti, da parte del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, sul nuovo regolamento end of waste dei rifiuti da costruzione e demolizione. A darne notizia è l’Anpar, l’associazione nazionale produttori di aggregati riciclati che fa parte di Assoambiente, a seguito di una fruttuosa interlocuzione con gli uffici del Mase. Le precisazioni, a meno di un mese dall’avvio della fase prevista di monitoraggio, della durata complessiva di due anni, sono destinate “a risolvere una parte significativa delle criticità operative evidenziate dagli operatori” si legge nella nota stampa.
La tempistica indicata, come sottolineato dall’associazione, è utile alla filiera per comprendere gli effetti concreti determinati dall’entrata in vigore della nuova normativa e concordare con il ministero preposto eventuali correttivi e chiarimenti.
End of waste dei rifiuti inerti: adeguamento delle autorizzazioni
Il regolamento recentemente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale detta, ai sensi dell’articolo 184-ter del Dlgs 152/2006, la nuova disciplina per la cessazione della qualifica di rifiuto degli inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale. Le norme sostituiscono dal 26 settembre scorso quelle previste dal precedente Dm 152/2022.
Nel nuovo provvedimento sono indicati i rifiuti ammissibili al recupero end of waste, le attività di verifica dei rifiuti in ingresso, i processi di lavorazione, il controllo sulla qualità del prodotto in uscita (ossia l’aggregato recuperato) e gli scopi specifici per i quali potrà essere utilizzato. L’adeguamento delle autorizzazioni deve essere avviato entro il 25 marzo 2025.
Nel corso dei primi incontri interlocutori, l’Anpar si è confrontata con i tecnici degli uffici del vice ministro Vannia Gava e con Luca Proietti, direttore generale per l’Economia circolare e bonifiche, che si sono impegnati a fornire nei prossimi giorni chiarimenti risolutivi su alcuni aspetti sollevati dall’associazione e, in particolare, su quali aziende abbiano l’obbligo di adeguare le loro autorizzazioni.
Gli aspetti sollevati da Anpar su rifiuti interrati o provenienti da bonifica
Un’altra necessità evidenziata dall’associazione è quella di “precisare cosa si intenda per rifiuti interrati e cosa invece con la definizione di rifiuti provenienti da siti sottoposti a bonifica” spiega nella nota Paolo Barberi, presidente di Anpar, considerando che “possono essere inerti e non pericolosi presenti all’interno di un perimetro molto più ampio, riferito al sito di bonifica che contiene aree da bonificare e aree che non necessitano di alcun intervento”.
Il regolamento è stato emanato in considerazione del fatto che esiste un mercato per l’aggregato recuperato e risulta comunemente utilizzato per la realizzazione di opere di ingegneria civile, in sostituzione della materia prima naturale. Dall’istruttoria effettuata dal Mase è inoltre emerso che l’aggregato recuperato, soddisfando i criteri del regolamento, non deve comportare impatti negativi sulla salute umana o sull’ambiente.
La volontà è far sì di raggiungere “l’obiettivo congiunto, di Governo e imprese, di fare in modo che questo regolamento funga da volano per la filiera del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione nel nostro Paese” conclude Barberi.
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