Il decreto 188 di settembre 2020 “End of waste carta” promette di stimolare trasparenza e condivisione di buone pratiche nel recupero di carta e cartone, settore impiegato costantemente nell’incremento delle percentuali annuali di riciclo.
All’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale della norma, lo scorso 9 febbraio, l’Unione nazionale imprese recupero e riciclo materiali (Unirima) ha fatto circolare tra le aziende associate le linee guida per chiarire le novità del procedimento che trasformerà il rifiuto in materia prima seconda. A presentarle il direttore generale Francesco Sicilia durante l’evento online promosso da Unirima il 12 aprile. “Il decreto entrato in vigore lo scorso 24 febbraio stabilisce nuovi criteri rispetto ai quali i rifiuti di carta e cartone cessano di essere qualificati come tali e diventano nuovi prodotti, ai sensi del Testo unico ambientali che ha recepito le indicazioni della direttiva europea sui rifiuti”, ha spiegato Sicilia.
Le novità del decreto End of waste carta
Una delle novità principali riguarda l’introduzione di sistemi di gestione della qualità dei rifiuti, che devono essere conformi alle norme Uni. È prevista l’analisi merceologica in ingresso, con cadenza almeno annuale, dei rifiuti conferiti (anche nel caso le loro caratteristiche cambino) rispettando anche il layout dell’impianto. È contemplato anche lo svolgimento di controlli supplementari qualora ci sia una necessità dovuta all’analisi della documentazione e/o al controllo visivo. “Riteniamo – ha proseguito Sicilia – che si debba individuare un responsabile delle procedure”. Il tutto sotto l’ombrello di responsabilità del produttore.
La frazione cellulosica è fondamentale per il raggiungimento di diversi obiettivi del pacchetto europeo sull’economica circolare, ha ricordato Valeria Frittelloni, responsabile del Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di Ispra. Si pensi, ha detto a titolo di esempio, al target per lo smaltimento in discarica e per gli imballaggi. Tornando sul tema dell’adozione del sistema di gestione qualità “è fondamentale perché tiene traccia di tutto quanto presente nell’impianto e offre informazioni utili anche per chi deve effettuare i controlli”. Soprattutto, “faccio riferimento alla strategicità della tracciabilità nell’ambito del Recovery plan e del reperimento dei fondi europei”. Altra grande novità “la dichiarazione di conformità: il produttore che ha verificato tutte le fasi di applicazione delle attività di recupero si assume la responsabilità della qualità del proprio prodotto”.
Per abituarsi alle novità le aziende hanno a disposizione 180 giorni, ha sottolineato la direttrice generale della direzione Economia circolare del Mite Laura D’Aprile, il tempo necessario all’adeguamento delle autorizzazioni. “È presto per capire l’impatto sulla filiera”, ha detto, ma è “evidente che i decreti End of waste come i Cam sono due pilastri a livello nazionale per lo sviluppo dell’economia circolare”.
La norma sostituisce il decreto in materia del 5 febbraio 1998, ha spiegato l’avvocato Andrea Farì, professore di diritto dell’Ambiente all’università Roma Tre, “tranne per gli aspetti espressamente richiamati dal decreto 188/2020”, considerati anche gli “assestamenti fisiologici, ma spesso la qualità sta nei dettagli”.
Molto favorevole i commenti conclusivi del presidente di Comieco Amelio Cecchini: “Nel settore di carta e cartone c’è sostenibilità economica, ambientale e sociale. Prima importavamo dall’estero materia prima per produrre imballaggi. Ora siamo diventati autosufficienti”. E del presidente Unirima Giuliano Tarallo: “Tutto quello che il sistema poteva fare l’ha fatto. Ora dobbiamo cercare noi di cogliere l’occasione”. In particolare, le opportunità legate alla trasparenza e alla condivisione “proprio perché c’è questo approccio sistemico che vuole cercare di incentivare e implementare” scelte comuni, di sistema. Così da rendere il Paese un esempio a livello europeo.
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