Il contenimento della crisi climatica e la transizione ecologica passano per l’economia circolare. Dall’applicazione dei principi legati alle tre R – reduce, reuse, recycle – può dipendere la riduzione del 39% delle emissioni di anidride carbonica pari a un consumo di materia prima fino a 79 Gigatonnellate rispetto alle attuali 100. A patto che si raddoppi l’attuale tasso di circolarità delle merci e si passi dall’8,6 (dato 2019) al 17%.
Il terzo rapporto nazionale sull’economia circolare
È quanto riportato nel terzo rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzato dal Circular economy network (Cen) insieme all’Enea e presentato il 22 marzo in streaming durante la Conferenza nazionale sull’economia circolare. Dall’analisi della filiera dei rifiuti – produzione, consumo, gestione circolare dei rifiuti, investimenti e occupazione nel riciclo, riparazione e riutilizzo – l’Italia si è confermata, per il terzo anno consecutivo, in testa nella classifica della circolarità che vede confrontarsi paesi come Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia (salita in classifica dopo la Brexit). “Il Pnrr può dare pertanto una spinta importante per superare gli ostacoli che frenano l’innovazione e valorizzare al meglio le potenzialità italiane, e per la ripresa degli investimenti e dell’occupazione”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente del Cen, durante la presentazione.
“Il nuovo governo e in particolare il nuovo Ministero della Transizione ecologica hanno il compito di migliorare e completare l’attuale bozza: bisogna rafforzare le misure per l’economia circolare – ha aggiunto – Occorre assegnarle un ruolo strategico nel Piano nazionale per la Transizione ecologica”.
Il rapporto ripercorre anche i passi compiuti dall’Italia nel raggiungimento degli obiettivi climatici fissati alla Cop 21 di Parigi: nel settembre 2020 sono stati approvati i decreti legislativi di recepimento delle direttive in materia di rifiuti contenute nel Pacchetto economia circolare. Entro il mese di marzo 2022 dovrà essere approvato il Programma nazionale di gestione dei rifiuti. C’è poi il Piano Transizione 4.0, erede del Piano Industria 4.0, che prevede specifiche agevolazioni per imprese più sostenibili e attente ai principi dell’economia circolare.
“Oltre il 45% delle emissioni sono associate all’utilizzo dei prodotti e alla gestione del territorio in tutte le sue componenti e la transizione circolare può portare all’abbattimento fino a circa il 40% del totale delle emissioni globali”, ha evidenziato il direttore del dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’Enea Roberto Morabito.
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