“La natura ha cicli chiusi e non ha sprechi mentre quello che noi facciamo del nostro modello economico è tutt’altro” sottolinea Patty L’Abbate Vicepresidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, nel corso della conferenza stampa per presentare i contenuti della mozione M5S, a prima firma proprio della deputata. La mozione riguarda una serie di proposte volte a diffondere nuove abitudini produttive e di consumo orientate a stimolare una filiera circolare.
La mozione chiede al Governo di affrontare gli impegni necessari a traghettare l’economia lineare verso un’economia circolare. Si parla quindi della piena attuazione della Direttiva europea in materia e del decreto End of Waste, il contrasto del fenomeno del Greenwashing e l’adozione di apposite misure di sostegno finanziarie per supportare tale transizione, lo spreco alimentare.
La mozione M5S arriva a ridosso della scadenza della presentazione in Europa del nuovo Piano energia e clima. Un piano, che ricorda Livio De Santoli, presidente di coordinamento Free, dovrebbe nascere secondo quanto previsto dall’Europa a seguito di un incontro con gli stakeholders. “Di fatto è stato fatto circolare un questionario semplificato”. Gli obiettivi non sono in discussione ricorda De Santoli, “perché sono quelli europei, ma è in discussione il metodo”.
“C’è una autoritarismo di opposizione che lascia prefigurare cosa sarà l’Europa tra un anno se non stiamo attenti. Una mozione del genere è molto importante in quanto indicherebbe metodi e strumenti per raggiungere gli obiettivi” rimarca De Santoli.
“Si tratta di un’occasione unica per risollevare le Pmi italiane dal punto di vista industriale. E sarebbe anche un grande opportunità per il mondo dell’educazione e alla formazione. E’ importante che il Governo stia ad ascoltare queste proposte” augura De Santoli.
Alcuni punti della mozione M5S
“Servono gli end of waste” sottolinea L’Abbate “noi li abbiamo fatti, (quando M5S era al Governo ndr.) ora pare che sono fermi. Il nostro Governo deve essere forte in Europa e tutelare le imprese italiane”.
“Se il Governo non tutela le imprese italiane che fanno riciclo è inutile parlare di economia circolare”L’Abbate
Una necessità che ne tutela la stessa esistenza in quanto, come ricorda la Vicepresidente, “Se non tuteliamo le aziende italiane non possiamo esportare la materia prima seconda. In Europa si sta parlando di questo. Se il Governo non tutela le imprese italiane che fanno riciclo è inutile parlare di economia circolare. Questo è uno dei primi punti della nostra mozione. Perché l’economia circolare la fanno sopratutto le imprese”.
Un aiuto che potrebbe arrivare anche dalla scelte come sottolinea L’Abbate ma anche qui bisogna lavorare per colmare alcune lacune: “I cittadini spenderebbero di più in prodotti circolari e sostenibili ma non sanno come scegliere questi prodotti. Per questo serve un’etichetta chiara con un numero che spieghi il carbon footprint”, rimarca L’Abbate.
Attenzione anche allo sviluppo e alla ricerca. La proposta prevede un incentivo per la ricerca delle materie prime.
Un interesse che dovrebbe essere garantito anche solo per la mole di nuova occupazione che il settore green può assicurare. “Già solo con una attenzione maggiore al design e ai pezzi di ricambio. Altro aspetto previsto dall’Europa e che ora deve partire e deve essere recepito a breve. Come“, continua L’Abbate “l’ottimizzazione di raccolta a flussi di recupero, sopratutto sui RAEE“. Insomma è necessaria una spinta in avanti a tutto il flusso circolare dell’economia. Ma anche alla produzione di energia verde. Ad esempio relativamente all’idrogeno “per cui ci sono le stesse normative stringenti sia per grandi che per piccole produzioni.
Tra i punti messi in luce nel corso della conferenza stampa anche il ciclo bioeconomico della filiera alimentare che “non segue ancora il ciclo ottimale ne di compost di qualità ne di eliminazione degli sprechi“. Come il Greenwashing “arriverà una direttiva dall’Europa per cui le imprese non devono dare informazioni sbagliate rispetto le loro azioni green. Ci chiedono di tutelare le imprese che realmente fanno economia circolare rispetto a chi dichiara dati non corretti”. Su questo e altri temi la vicepresidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, invita anche a un confronto in piazza a Roma il prossimo 17 giugno.
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