Nel 2020 il Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori (Cdcnpa) ha gestito 11.109.662 kg pile e accumulatori portatili, con una crescita del 1,29% rispetto all’anno precedente. Nello stesso anno la quantità di batterie portatili immesse sul mercato è aumentato del +9%, in seguito all’incremento dell’utilizzo e acquisto di dispositivi elettronici portatili impiegati nel lavoro agile e nella didattica a distanza.
Questi alcuni numeri del 7° Rapporto annuale del Cdcnpa presentato l’8 giugno scorso. Attualmente, riporta lo studio, le batterie delle apparecchiature hanno cicli di vita più lunghi e sono favoriti le pile e gli accumulatori portatili ricaricabili a scapito di quelli “usa e getta”. I quantitativi destinati alla raccolta arrivano da consorziati e soggetti iscritti al Cdcnpa e dai servizi di raccolta professionali che i consorziati stessi erogano in modo autonomo ad altri soggetti in possesso di rifiuti.
Il presidente del Consorzio Alberto Canni Ferrari ha dichiarato: “Il lavoro svolto finora è stato molto importante per l’economia circolare italiana, 90.000 tonnellate di pile e accumulatori portatili e oltre 1 milione e mezzo di tonnellate di accumulatori industriali e per veicoli sono stati raccolte, trattate e avviate al corretto recupero dai Sistemi collettivi e individuali che compongono il Cdcnpa, nato solo 10 anni fa”.
I numeri del rapporto
Il nord Italia genera oltre la metà dei rifiuti raccolti, detenendo così il primato a livello nazionale. Il centro è cresciuto leggermente, soprattutto in chiave pro-capite. Il sud, grazie alla Sicilia che nel 2020 ha visto aumentare la raccolta del +20%, ha compiuto un significativo balzo in avanti, seppure resti molto da fare.
Il Rapporto riporta il numero dei centri di raccolta nel 2020, pari a 10.952, cresciuto in tutta Italia del +6,34% rispetto all’anno precedente. Circa 650 nuovi luoghi di raccolta si sono iscritti al Cdcnpa nel 2020, tra cui gli esercizi commerciali che si sono dotati di contenitori di raccolta per le pile e gli accumulatori portatili.
Per quanto riguarda gli accumulatori industriali e per veicoli, lo scorso anno la raccolta ha superato i 155 milioni di kg, con un leggero calo rispetto all’anno precedente, che ha interessato anche il quantitativo di batterie nuove immesse sul mercato. Il tasso di raccolta, dunque, è rimasto invariato.
Nell’anno dello scoppio della pandemia e nella prima metà del 2021, assicura lo studio, la filiera coordinata dal Cdcnpa è comunque riuscita a garantire tutti i servizi. “La conferma che quello che abbiamo davanti è un sistema solido ce la danno i dati dell’ultimo anno appena trascorso. Un anno in cui l’operatività e la logistica sono state messe a dura prova dalla crisi pandemica e nonostante questo si sono visti crescere come i numeri della raccolta”, ha rimarcato il presidente.
L’obiettivo europeo
L’obiettivo europeo di raccolta su base triennale è pari al 45%: l’Italia è prossima al raggiungimento grazie al 42,65% dell’immesso. Nel Paese il tasso di raccolta annuale si attesta al 39,4%.
“In questi mesi si sta discutendo a Bruxelles il nuovo regolamento sulle pile e gli accumulatori e la gestione del loro fine vita che potrebbe cambiare radicalmente il panorama e definire obiettivi ancora più importanti”, ha commentato in nota Canni Ferrari, che si è detto disponibile a “supportare le istituzioni italiane nel trasferire questo regolamento nella normativa italiana”.
Progetti futuri
Il Centro di coordinamento nazionale, per incentivare la corretta raccolta delle pile, ha rinnovato la sua collaborazione con il team comico “Casa Surace” per la seconda campagna di comunicazione “Raccogliamo più pile”.
Le limitazioni agli spostamenti, la chiusura dei centri di raccolta e il blocco delle frontiere cruciale per trasferire i rifiuti agli impianti di trattamento esteri, ha concluso il presidente, hanno creato una situazione di forti criticità per il nostro sistema che, però, ha dimostrato una grande resilienza ed è riuscito a recuperare subito il terreno perduto, garantendo tutti i servizi”.
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