Direttiva sui rifiuti, l’UE avvia una procedura d’infrazione contro l’Italia

Il nostro Paese ha due mesi di tempo per rimediare

Il 25 luglio, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia, inviando al governo italiano una lettera di costituzione in mora per non aver recepito correttamente la Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, quale modificata dalla Direttiva (UE) 2018/851. Due mesi fa, l’Italia era già stata ammonita per l’inadeguato recepimento delle norme europee sulla plastica monouso.

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Foto di Ivan Ostric/Unsplash

L’economia circolare nell’UE

L’obiettivo della Direttiva quadro sui rifiuti è di ridurne la produzione a livello comunitario, sulla base dei princìpi dell’economia circolare. La Direttiva modificata stabilisce obiettivi vincolanti per il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani; introduce, inoltre, prescrizioni dirette agli Stati membri, chiamati a migliorare i loro sistemi di gestione dei rifiuti e l’uso efficiente delle risorse.

Gestione rifiuti, le mancanze dell’Italia

La Commissione ha constatato che l’Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle concernenti la responsabilità estesa del produttore, la garanzia di un riciclaggio di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l’attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità. Il nostro Paese ha ora due mesi di tempo per rimediare. Sono stati ammoniti anche altri dieci Stati membri: Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania.


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