Un approccio efficace al design sostenibile “non nasce dal singolo individuo, ma da una serie di sinergie che mettono a fattor comune molteplici competenze”. E’ in questo modo che si promuovono nuovi paradigmi operativi in grado di raggiungere in modo efficace gli obiettivi sempre più sfidanti posti dallo sviluppo sostenibile. A parlare è Susanna Vallebona, membro del comitato direttivo di ADI Lombardia, che è intervenuta venerdì 22 marzo all’evento organizzato dall’associazione culturale senza scopo di lucro LBGRADE. Una giornata dedicata al tema della progettazione sostenibile che si inserisce nel calendario di eventi della Settimana delle Energie Sostenibili, promossa dal Comune di Milano.
Le nuove frontiere del design sistemico
“Oggi il design prevede un’attenzione al prodotto che valuta la materia, l’energia impiegata per la sua lavorazione, la possibilità di ampliare la vita utile degli oggetti e quella di riciclare le diverse componenti”, ha sottolineato Vallebona. “Queste regole sono seguite ormai da tutti i designer, ma non sono sufficienti” per ottenere risultati rilevanti in termini di riduzione dell’impatto ambientale.
“Dagli anni 90 – ha spiegato la designer – ha iniziato a svilupparsi il concept del design sistemico”. Si tratta di un modus operandi olistico che promuove un approccio multidisciplinare al sistema produttivo ponendo l’accento sulla rete di relazioni che possono instaurarsi tra i diversi comparti. In altre parole è un tipo di progettazione che declina in maniera trasversale e sinergica l’ambito ambientale, sociale e culturale. In quest’ottica, ha sottolineato Vallebona, è necessario collaborare anche con “scienziati e matematici per adottare la giusta modalità operativa e cambiare il nostro approccio alla realtà.”
Prendere esempio dalla natura
Per intraprendere questa strada è importante ripensare il rapporto con la natura e con le materie prime che ci mette a disposizione. Il focus non deve essere più lo sfruttamento unidirezionale di risorse naturali, ma la capacità di entrare in sintonia con l’ambiente pensandosi come parte di un tutto. “Si prende esempio dalla natura, è da lì che ci ispiriamo” per scegliere le tecniche produttive più efficaci e sostenibili da adottare. Si tratta di una sfida che richiede che un vero e proprio “cambio di paradigma”.
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