L’unione Europea va avanti nella sua politica di lotta alla plastica. Oggi infatti il Consiglio europeo ha approvato la direttiva che limita fortemente la produzione di oggetti monouso in questo materiale. Il voto del Consiglio arriva dopo il via libera del Parlamento europeo dello scorso 27 marzo e rappresenta l’ultimo step dell’iter approvativo della nuova direttiva. Dopo il voto il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. A partire dalla dalla data all’entrata in vigore gli Stati membri hanno due anni per recepire il provvedimento nei rispettivi ordinamenti.
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“Un passo avanti importante”
“È un passo avanti importante – commenta in una nota Stefano Leoni, Coordinatore scientifico del Circular Economy Network – Il provvedimento ha una notevole forza innovativa: per la prima volta si impone una percentuale minima di utilizzo di materiale riciclato nella fabbricazione primaria dei prodotti”.
“Per ora la soglia stabilita è del 30% al 2030: non è molto ma servirà a sostenere un mercato del materiale riciclato. È auspicabile che questa soglia non solo salga, ma venga introdotta anche per altri prodotti, ad esempio vestiti, arredamento, auto, elettrodomestici, costruzioni”, conclude Leoni
Cosa viene messo al bando
Con questo nuovo provvedimento viene vietata la plastica usa e getta per posate e piatti (sono esclusi i bicchieri), cannucce, cotton fioc, bastoncini per palloncini, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.
Bottiglie in PET
Per quanto riguarda le bottiglie in PET le nuove norme prevedono, come obiettivo, quello di intercettare almeno il 90% dell’immesso al consumo entro il 2030 (con un obiettivo intermedio del 77% al 2025) e di garantire che le nuove bottiglie contengano almeno il 30% di materiale riciclato (25% al 2025).
Responsabilità estesa del produttore
Un’altra novità riguarda il principio della responsabilità estesa del produttore, che viene applicato a prodotti che contengono plastica come filtri del tabacco, palloncini, assorbenti igienici, salviette umidificate e prodotti per la pesca. Il produttore avrà l’obbligo di coprire i costi necessari per la raccolta dei rifiuti e per il successivo trasporto e trattamento, inclusi i costi di rimozione dei rifiuti e le misure di sensibilizzazione. E’ inoltre previsto dalla direttiva che gli stati UE organizzino forme di raccolta presso i porti.
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