In base alle ultime statistiche diffuse da Eurostat, nel 2016 l’Unione europea ha prodotto 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. I settori che generano, in percentuale, il maggior quantitativo di scarti sono la manifattura, con il 10,3% seguite dalle industrie estrattive (25,3%) e l’edilizia (36,4%). Una parte importante di rifiuti è costituita da scarti domestici, generati dai nuclei familiari (8,5%).
Nel dettaglio, quindi, in Europa si producono 5 tonnellate di rifiuti pro capite. Ogni cittadino genera quasi mezza tonnellata di rifiuti urbani. Di questi a causa della digitalizzazione e dello sviluppo delle tecnologie ha aumentato la produzione di rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Nell’UE crescono con un tasso annuale del 2%.
Nel 2019 a livello nazionale aumenta la raccolta di Raee
Secondo il centro di coordinamento Raee, nel 2019 sono stati raccolti circa 343 tonnellate di rifiuti elettronici. Rispetto al 2018 si è registrato un incremento del 10% in più, con una raccolta media pro capite su tutta la penisola di circa 5,68 kg. Il Nord è il più virtuoso, con 186 mila tonnellate di Raee recuperate, il 54,27% del totale.
A livello regionale, svetta la Valle d’Aosta col 10,30 kg pro capite di rifiuti elettronici trattati, seguita dalla Toscana con più di 7 kg a persona. Nel Centro Italia, invece, il Lazio registra il maggior quantitativo di Raee raccolti con oltre 5 kg per persona e un incremento rispetto al 2018 del 18,44%. Nel Sud e nelle isole, migliora il riciclo di raee in Basilicata. Ma è la Sardegna ad aggiudicarsi il primo posto con 8,43 kg di raee pro capite raccolti; mentre chiude la classifica la Campania con appena 3,24 kg per persona, ma una crescita sostenuta dell’oltre 9%.
I Sistemi Collettivi in Italia efficacia del modello
Attualmente sono 13 i Sistemi Collettivi senza fine di lucro che si occupano di gestire il trasporto, il trattamento e il recupero dei Raee.
Nel 2019 in Italia i Sistemi Collettivi mostrano un risultato in crescita del 10,45% che corrisponde a una raccolta pro capite di 5,68 kg. Nel complesso hanno gestito ritiri da oltre 5.000 luoghi di raccolta e avviato a corretto trattamento 343.069 tonnellate di Raee. La percentuale più consistente è rappresentata dai grandi bianchi (R2), seguiti da freddo e del clima (R1) e da piccoli elettrodomestici, CE e pannelli fotovoltaici (R4). In calo gli apparecchi con schermi (R3). Ultime le sorgenti luminose (R5). Entrambe le posizioni in classifica sono in linea con la natura dei prodotti. La raccolta volontaria di R5 da parte di alcuni Sistemi Collettivi ha contribuito a incrementare i dati di conferimento totale delle sorgenti luminose del 35% portandola a 2.796 ton.
L’onere dei Sistemi Collettivi è proporzionale alla quota di mercato che i rispettivi produttori detengono in ciascuno dei cinque raggruppamenti in cui sono ripartiti i Raee. Attraverso i “premi di efficienza” i Sistemi Collettivi, mettono a disposizione dei Comuni e dei
gestori dei centri di conferimento dei contributi economici premianti in proporzione sull’operato. In particolare, viene premiato il livello qualitativo dei Raee raccolti ed il livello quantitativo nei ritiri eseguiti.
Produzione e raccolta di Raee a livello globale
Nel 2019 a livello globale sono stati prodotti 53,6 milioni di Raee. Entro il 2030 la quantità di rifiuti elettronici si aggirerà sulle 75 milioni di tonnellate. È quanto emerge dal rapporto The global e-waste monitor 2020.
Nel 2019 i paesi europei hanno generato 12 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici: 16,2 kg pro capite. Il 42,5% è stato correttamente riciclato.
Questa tipologia di rifiuti cresce anche nel continente americano: in testa troviamo gli Stati Uniti, con oltre 7 milioni di tonnellate di scarti prodotti. Ci sono poi i paesi dell’America Latina dove nel 2019 sono stati prodotti quasi 4 milioni di tonnellate di Raee (9,1 kg pro capite).
Complessivamente, nel 2019 la produzione di Raee nel continente americano si è aggirato attorno ai 13 milioni di tonnellate. A fronte di poco più di un milione di tonnellate recuperate. Pesa l’assenza di una specifica legislazione sulla gestione dei rifiuti elettronici, adottata solo da una decina di stati in tutto il continente, tra cui Stati Uniti (in 25 Stati federali) e Brasile.
Un’altra area del mondo dove aumentano i Raee è l’Asia. Nel 2019 ha generato 24,9 milioni di tonnellate di scarti elettronici. I paesi asiatici ne hanno riciclato appena tre milioni di tonnellate. Nonostante la crescita del settore tech non ci sono ancora normative adeguate sulla gestione e il recupero di questi scarti.
La Cina è il primo paese asiatico per la produzione di rifiuti elettronici: 10,1 milioni di tonnellate nel 2019. Nel Paese l’industria dell’elettronica ha un ruolo dominante sia all’estero sia sul mercato interno dove il consumo domestico di apparecchi elettronici ed elettrici (Aee) è tra le più alte al mondo.
L’Europa punta sul diritto alla riparazione per il recupero dei Raee
Dal 2002, l’Europa si è dotata di una direttiva Waste electrical and electronic equipment (Weee), al fine di tenere traccia dei materiali e delle componenti dei prodotti elettrici ed elettronici che hanno un forte impatto ambientale e sulla salute dei consumatori.
Per accelerare sul recupero dei Raee – appena il 40% viene riciclato – l’Unione europea punta a implementare il diritto alla riparazione, includendo anche quello di aggiornamento dei software obsoleti. La strategia UE è stata affinata con l’adozione del Piano d’azione per l’economia circolare, adottato dalla Commissione europea l’11 marzo 2020.
Entro il 2021 la Commissione si prefigge l’obiettivo di far approvare un disegno di legge che includerà smartphone, tablet e notebook. L’Europa costringerà le aziende a progettare i dispositivi in una ottica ecosostenibile e a fornire, almeno per gli elettrodomestici, parti di ricambio per un massimo di dieci anni.
L’Italia è al primo posto per indice complessivo di circolarità. Un trend che ha confermato anche nel 2020 proprio nel settore della riparazione di beni elettronici ma anche di altri beni con oltre 25mila aziende attive. Il nostro Paese occupa il terzo posto tra le cinque economie più importanti d’Europa grazie all’alta redditività media di queste imprese (87mila euro all’anno) e un numero di addetti giunto a quota 13mila.
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