Ieri, 14 febbraio, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha espresso un parere favorevole riguardo alla proposta della Commissione di aggiornare la Direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE). L’obiettivo della proposta, approvata con 52 voti a favore, zero contrari e tre astensioni, è quello di ridurre gli scarti delle industrie tessili e alimentari, promuovendo l’economia circolare.
I target al 2030
Ogni anno, nell’Unione europea, vengono generati 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. E si stima che, a livello mondiale, meno dell’1 per cento dei prodotti tessili venga riciclato. Pertanto, i deputati hanno suggerito di fissare, per il 2030, degli obiettivi ancora più ambiziosi rispetto a quelli proposti dalla Commissione:
- una riduzione del 20 per cento degli sprechi alimentari (anziché del 10 per cento) nel settore della produzione e della trasformazione degli alimenti;
- una riduzione del 40 per cento degli sprechi (anziché del 30 per cento) nei ristoranti, nei negozi e nelle case.
Il ruolo dell’EPR nella gestione dei rifiuti tessili
Se approvate anche dalla plenaria, nel mese di marzo, le nuove norme istituiranno nuovi regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per spingere i player che immettono prodotti tessili sul mercato comunitario a coprire i costi per la loro raccolta differenziata, cernita e riciclaggio. Fra i prodotti interessati, ci saranno capi d’abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti.
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Gli Stati membri saranno chiamati a istituire questi regimi entro 18 mesi dall’entrata in vigore della Direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Parallelamente, ogni Paese dovrà garantire, entro il primo gennaio 2025, l’introduzione di un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti tessili, così da favorirne il recupero e il riciclo.
Le proposte del Parlamento
“Proponiamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come promuovere frutta e verdura ‘brutte’, tenere d’occhio le pratiche di mercato sleali, chiarire la data di etichettatura e donare cibo invenduto ma consumabile”, ha commentato la relatrice Anna Zalewska.
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“Per quanto riguarda i tessili, colmiamo le lacune includendo anche prodotti come tappeti e materassi. Chiediamo inoltre la fissazione di un obiettivo di riduzione dei rifiuti tessili e il potenziamento della raccolta differenziata, in modo che gli elementi che possono essere riciclati vengano estratti prima di essere inviati all’inceneritore o alla discarica”.
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