Recuperare gli scarti del riciclo”. E’ questo l’obiettivo chiave su cui bisogna lavorare maggiormente per rendere sempre più performante l’adesione del settore cartario ai paradigmi dell’economia circolare. In quest’ottica “è fondamentale”, per “chiudere il cerchio” virtuoso della della gestione smart dei rifiuti, favorire le già numerose azioni messe in campo dalla filiera, promuovendo il recupero energetico degli scarti. Un’operazione che permetterebbe di ridurre il materiale da destinare alla discarica realizzando fino in fondo gli obiettivi green fissati a livello europeo. A parlare è l’avvocato Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta, che ha approfondito con Canale Energia le sfide del settore cartario in ambito Circular Economy.

Il settore cartario italiano ha bencompreso i paradigmi dell’economia circolare? In generale qual è il quadro relativo alla promozione di filiere circolari?

L’Italia declina in modo estremamente efficace i paradigmi dell’economia circolare nel settore cartario, con performance assolutamente comparabili ai migliori Paesi europei. Citiamo qualche numero: l’84% della cellulosa impiegata nel nostro Paese è, ad esempio, dotata di certificazione sostenibile. Inoltre il 63% della carta immessa al consumo è raccolta e avviata al riciclo. Un dato che, per quanto riguarda nello specifico il settore degli imballaggi, sale ulteriormente all’80%. Siamo, quindi, già abbastanza conformi agli obiettivi della nuove direttive sull’Economia Circolare. Quello che invece manca nella nostra filiera è la ‘chiusura del cerchio’. Mi riferisco alla parte di recupero degli scarti che provengono dal processo di riciclo, che è ancora carente.

Quali fattori contribuiscono a determinare una situazione di questo tipo?

Ad esempio la carenza impiantistica, soprattutto nel centro-sud, per la gestione dei rifiuti. Questo fattore influisce in maniera particolarmente rilevante sul recupero degli scarti del riciclo. In quest’ambito l’Italia è in ritardo rispetto alla media registrata in Europa. Siamo già riusciti ad abbattere la quantità di rifiuti conferiti in discarica con la raccolta differenziata, a ottimizzare la vita utile del materiale, ora ci rimane da affrontare la questione della gestione degli scarti del riciclo. Si tratta di un tema da gestire in modo efficace, perché questo anello della catena finisce per penalizzare la parte virtuosa legata all’economia circolare che nel settore invece funziona molto bene.

In generale, quando si parla del binomio settore cartario-economia circolare, il tema chiave è la qualità della raccolta differenziata, un procedimento che ci aiuta a dare una seconda vita alle materie prime e a prevenire scarti del riciclo. Parte tutto da lì. Ovviamente alcuni scarti si generano comunque e una quota di questi è ineliminabile. Per questi scarti è necessario procedere con un ulteriore recupero, altrimenti si blocca tutto un ciclo virtuoso. Attualmente, infatti, ricicliamo ogni anno circa 5 milioni di tonnellate di carta e dovremmo a breve riuscire a raggiungere quota 6 milioni l’anno. Questa crescita, su cui il settore industriale si impegna molto, rischia però di esser rallentata se non si riesce a far crescere il numero degli impianti che recuperano gli scarti del riciclo. In Europa, ad esempio, il recupero energetico registra una media del 50%, mentre da noi il dato rimane al 22-23%.

Qual è il contributo che l’innovazione tecnologica può fornire al settore in ambito riciclo? In questo senso come il comparto si relaziona al mondo delle start up?

L’innovazione tecnologica sta dando un forte contributo al settore per migliorare le performance in materia di riciclo. Grazie all’aiuto di soluzioni sempre più all’avanguardia riusciamo, ad esempio, a riciclare anche gli imballaggi più complessi, come quelli compositi. Molte di queste innovazioni tecnologiche sono state sviluppate grazie a start up che propongono soluzioni sempre più innovative e performanti.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.